Fano (Pesaro), 27 giugno 2024 – Il padre ha capito tutto, la madre forse no. Entrambi uccisi dal figlio nella notte con freddezza, crudeltà e spietatezza. Forse perché cercava soldi in casa dei genitori o per chissà quale demone della mente che lo ha spinto a volere morti padre e madre, ossia Giuseppe Ricci di 75 anni, ex falegname e Luisa Marconi, casalinga, residenti a Fano. Ieri, le due autopsie hanno confermato i sospetti degli inquirenti.
Luca Ricci, questo il nome del reo confesso omicida, che viveva al piano di sopra all’appartamento di 70 metri quadrati dei genitori in via Fanella 127, era stato chiamato intorno all’1.30, dalla madre, perché non si sentiva bene. E’ sceso e dopo pochi minuti, in cucina, ha deciso di ucciderla strangolandola: "L’ho presa alle spalle stringendole al collo il filo della ricarica del telefono. E’ morta in poco tempo".
Poi Ricci è andato in camera dove il padre Giuseppe stava dormendo. "Ho preso uno straccio e l’ho messo sopra i suoi occhi perché non potevo guardarlo. Poi l’ho colpito con qualcosa che non ricordo, forse un martello".
Ma l’autopsia di ieri ha svelato che l’anziano falegname non è morto subito. Ha reagito. Le sue braccia e mani presentano molti segni di colpi ricevuti: l’uomo si è svegliato, ha alzato le braccia, ha cercato di fermare la furia assassina del figlio ma senza riuscirci.
I colpi in testa contati dal medico patologo sono stati almeno 11 e tutti sferrati con violenza, per uccidere. "Non volevo farli soffrire" ha più volte ripetuto nell’interrogatorio Luca Ricci, come se ammazzarli fosse un problema di gravità inferiore alla sofferenza. Invece il padre Giuseppe, conosciuto da tutti come Giorgio, ha capito perfettamente ciò che gli stava facendo il figlio, cercando di arginare i colpi ma quella posizione, a letto, non gli ha lasciato scampo. E’ morto dopo un’agonia durata quattro o cinque minuti. Le fratture alla testa, molto profonde, non gli hanno lasciato alcuna possibilità di sopravvivenza.
Subito dopo, l’omicida ha aperto tutti i cassetti, cercando presumibilmente il denaro che pensava vi fosse perché sapeva che la mattina stessa doveva esserci il pagamento da parte dei genitori di circa 14mila euro come affitto anticipato della loro ex casa venduta all’asta per pagare i debiti proprio suoi. La polizia è arrivata alle 8.30 l’altra mattina, dopo l’allarme lanciato dall’omicida – "I miei genitori non rispondono e non aprono la porta" – trovando la casa sottosopra. Domani intanto ci sarà l’udienza di convalida del fermo da parte del gip. Luca Ricci avrà la possibilità di spiegare l’orrore di quella notte.