Fano, 26 ottobre 2024 – “Il giudice di Pace di Fano, ieri mattina, ha accolto il ricorso contro l’autovelox di Cuccurano”. Lo fa sapere l’avvocato Luca Rodolfo Paolini in prima linea, attraverso una serie di ricorsi, nel contestare la regolarità delle multe elevate con gli autovelox in funzione nel territorio comunale: autovelox autorizzati ma non omologati.
“La decisione era nell’aria – commenta Paolini – dato l’inequivoco orientamento della Corte di Cassazione che con due ordinanze ha sancito che l’autorizzazione non equivale all’omologazione richiesta dalla legge. La Corte ha quindi dichiarato illegittimi gli accertamenti attuati con macchine non omologate”. Aggiunge Paolini: “Non tutti sanno che questi dispositivi, anche se sono chiamati autovelox, funzionano con tecnologie del tutto diverse da quel tipo di macchine. Alcuni, ad esempio, utilizzano un radar che non misura la velocità quando gli si transita di fronte, ma molto prima . Quanto prima non si sa. Nel manuale che ho acquisito non c’è una parola su questo punto. Segreto. La cosa, al cittadino comune, può sembrare irrilevante che normalmente commenta: ‘Beh, se vai oltre il limite che cambia?’ Cambia, e molto. Infatti i veicoli non sono satelliti che viaggiano nello spazio vuoto a velocità costante, ma veicoli guidati da esseri umani che modificano costantemente la loro velocità, specie quando vedono i cartelli che preavvisano il controllo. Nel caso del limite dei 50 km/h , se vado ai 91 a 150 mt, ai 70 a 100, a 52km/h a 50 e a 48 km/h 20 mt, quale di queste 4 ‘campionature’ sceglierà per multarmi il software non omologato? Il primo, quello più ‘conveniente’ al Comune, che comporta 450 euro di multa, 6 punti dalla patente e oltre 3 mesi di sospensione, il secondo, quello intermedio che costerà solo 179 euro e 3 punti, il terzo (42 euro e zero punti) o il quarto, (nessuna sanzione)? Nei manuali di funzionamento, che ho acquisito su ordine del Giudice, non c’è alcuna indicazione sulla portata del radar, né su come funzioni il software non omologato, che utilizzano le ditte private che vendono o noleggiano i dispositivi, con ricavi milionari”.
L’avvocato Paolini parla di “opacità nel settore confermata dalle iniziative di alcune Procure italiane. E’ importante la massima trasparenza e il controllo pubblico su queste macchinette”.