REDAZIONE FANO

Abbazia di San Gervasio. La cripta tornerà visitabile

I lavori di riqualificazioni inizieranno entro fine settembre e dureranno 5 mesi. L’edificio paleocristiano fu dichiarato monumento nazionale nel 1927.

I lavori di riqualificazioni inizieranno entro fine settembre e dureranno 5 mesi. L’edificio paleocristiano fu dichiarato monumento nazionale nel 1927.

I lavori di riqualificazioni inizieranno entro fine settembre e dureranno 5 mesi. L’edificio paleocristiano fu dichiarato monumento nazionale nel 1927.

di Sandro Franceschetti

Inizieranno entro la fine di settembre e dureranno 5 mesi i lavori di riqualificazione dell’Abbazia di San Gervasio di Bulgaria, a Mondolfo, risalente al periodo paleocristiano e dichiarata monumento nazionale nel 1927. L’intervento è stato illustrato dall’ingegner Laura Consolini, responsabile del settore lavori pubblici comunale, e dall’architetto Elena Matteuzzi, che ha redatto il progetto.

L’opera avrà un costo complessivo di 100mila euro, 90mila provenienti dal governo centrale e 10mila dal bilancio dell’Ente, e riguarderà soprattutto la valorizzazione e il recupero della cripta mediante esecuzione di restauro conservativo dell’attuale pavimento in mattoni dell’abside del braccio centrale, con la predisposizione di un adeguato sistema di drenaggio interno. Quest’ultimo, reso indispensabile dalle abbondanti infiltrazioni d’acqua che da tempo si verificano dentro alla cripta, favorite sia dell’altimetria del terreno esterno sia dalla mancanza di un’adeguata rete di scolo dell’acqua piovana.

Inoltre, sarà posata una nuova pavimentazione in battuto di cocciopesto in sostituzione delle attuali tavole lignee fortemente deteriorate. Ulteriori opere riguarderanno l’area esterna di pertinenza alla chiesa. Durante i lavori, che dovrebbero concludersi tra febbraio e marzo 2025, l’Abbazia (che da oltre un anno ha la cripta inagibile) rimarrà completamente chiusa al culto e alle visite. Dopodiché, potrà tornare pienamente fruibile, sia per le celebrazioni, sia dai turisti.

L’edificio, celebrato nel 2017 dal Ministero dello sviluppo economico con l’emissione di tre francobolli appartenenti alla serie tematica ‘il patrimonio artistico e culturale italiano’, è molto noto perché nella sua cripta, che dopo i lavori sarà nuovamente accessibile, è custodito il più grande sarcofago di stile ravennate presente nelle Marche, riconducibile ai primi anni del VI secolo. "Siamo orgogliosi che grazie all’attenzione della nostra amministrazione sia stata finalmente avviata una progettualità concreta per la sua valorizzazione – hanno detto il sindaco Nicola Barbieri e l’assessore ai lavori pubblici Filomena Tiritiello (insieme nella foto, all’interno della cripta) -. Il recupero non solo preserva un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore, ma arricchisce l’identità della nostra comunità, rendendo questo luogo di straordinaria importanza storica e spirituale ancor più punto di riferimento per cittadini e visitatori".