Fano (Pesaro Urbino), 17 marzo 2011 - Esulta il comitato 'Carignano Terme Nostre' perché la "Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche difende il paesaggio e boccia anche l’ultimo progetto per la realizzazione di un centro turistico termale nella zona di Carignano". Progetto frutto di un accordo di programma tra la Società Terme di Carignano, il comune di Fano, il comune di Pesaro e Provincia di Pesaro ed Urbino.

 

La lettera risale al settembre scorso, ma la notizia "non era ancora trapelata". A scoprirla il comitato 'Carignano Terme Nostre' che, "preoccupato dal parere positivo, palesemente contraddittorio nel rapporto fra valutazioni generali e conclusioni finali, emesso dal Servizio Ambiente e Paesaggio della Regione Marche, ha chiesto e ottenuto un incontro con la Soprintendenza per capirne l’orientamento".

 

"La Soprintendenza - afferma Umberto Bernasconi coordinatore del comitato Carignano Terme Nostre - che resta ormai l’ultimo baluardo a difesa del territorio, nel procedimento di variante in corso è un soggetto competente in materia ambientale di grande autorevolezza e intende difendere il vincolo paesaggistico presente nell’area. Nella sua lettera la Soprintendenza evidenzia che il nuovo progetto, se realizzato, comporterebbe una ulteriore notevole manomissione dei valori paesaggistici tutelati dalle normative vigenti, traducendosi di fatto in una deroga alle stesse. In sostanza la Sovrintendenza afferma che realizzare il progetto proposto significherebbe stravolgere completamente i valori ambientali e paesaggistici della Piana di Carignano comunque primari rispetto a qualsiasi interesse pubblico o privato".

 

Il Comitato ringrazia pubblicamente la Soprintendenza "per il lavoro autorevole e coerente che svolge a difesa dei beni comuni gestendo con correttezza ed autonomia le proprie specifiche competenze". Il Comitato fa anche sapere che continuerà nelle prossime settimane "a informare i cittadini sullo sviluppo della variante relativa alle Terme di Carignano, a vigilare sulle mosse degli enti locali, e a promuovere la cultura di una nuova urbanistica che preveda lo stop al consumo del territorio attraverso la riconversione e il riuso dell’enorme patrimonio immobiliare esistente".