BEPPE BONI
Emilia Romagna

Vendemmia, un’estate bizzarra. Ma per l’Emilia-Romagna sarà ok

Stagione anticipata, problemi al nord e soprattutto in Trentino per marchi storici. Marche, gran qualità

Carlo Bertelli e la moglie Nadia dell’azienda agricola di Bondeno (Ferrara)

Carlo Bertelli e la moglie Nadia dell’azienda agricola di Bondeno (Ferrara)

Bologna, 11 agosto 2024 – Nell’anno che rischia di vincere le Olimpiadi del caldo con numeri record, la vendemmia si presenta sulla scena con diverse incognite, qualche timore ma anche molte speranze in un panorama a macchia di leopardo. Maltempo furibondo a fasi alterne, grandine, clima strapazzato dall’anticiclone africano, fitopatie e aumento dei costi: il 2024 è un capitolo decisamente complicato per le Dop settentrionali. Si preannunciano flessioni di produzione in in Trentino, Gavi e Franciacorta, stabile il Barolo, in risalita Marche ed Emilia Romagna. Queste sono più o meno le previsioni del Gambero rosso, la bibbia del vino italiano, ma anche le sensazioni che si registrano parlando con i produttori e le associazioni di categoria.

In ogni caso il messaggio al consumatore è soddisfacente: nessun problema ,il vino sarà buono. Al sud, date le temperature molto alte con siccità preoccupante, la raccolta delle uve è iniziata in netto anticipo, effetto che coinvolge anche il centro Italia e qualche zona del nord che già in questi giorni si attrezza per partire con cesti e carri. Il quadro complessivo non è omogeneo anche se la quantità e la qualità dovrebbero essere di buon livello ovunque. La produzione complessiva dovrebbe attestarsi sui 45 milioni di ettolitri, una soglia che non deve essere oltrepassata per evitare problemi di sovrapproduzione. "Per mitigare i danni ai vigneti in seguito alle variazioni del clima occorre un approccio sempre più scientifico e professionale": lo ha ripetuto all’ agenzia Ansa Riccardo Cotarella, presidente nazionale Assoenologi, parlando dell’imminente vendemmia e di come vanno le cose a livello meteorologico sull’Italia. "Ho sempre pensato che il cambiamento climatico, in corso dalla fine del secolo scorso, sia stato un plus per la vitivinicoltura italiana avendo portato le nostre uve ad acquisire una maturità fenolica che prima non avevano. Ora però le cose stanno cambiando negativamente. Siamo alle prese con un clima che definirei quanto meno bizzarro e che quest’anno, ad esempio, ha spaccato il nostro Paese in tre macro aree richiedendo interventi differenziati zona per zona. Al nord abbiamo registrato piogge copiose con fenomeni anche di muffe nobili, al sud temperature altissime e una siccità mai vista prima, il centro Italia fino a una ventina di giorni fa viveva una situazione quasi di normalità, ma ora l’assenza di pioggia inizia ad essere prolungata. Nel centro sud la vendemmia è anticipata rispetto ad altri anni, ma è ancora un pò presto per pronunciarsi su come sarà da un punto di vista qualitativo e quantitativo".

Alberto Notari, vice presidente di Cia, Confederazione italiana agricoltori, Emilia Romagna traccia a sua volta lo stato dell’arte: "La vendemmia si preannuncia di buona qualità in generale, con quantitativi attualmente soddisfacenti. Il Lambrusco dovrebbe tornare ai livelli produttivi del 2021, mentre si prevedono in crescita i volumi del Pignoletto, fiore all’occhiello dei colli bolognesi. La vendemmia è nettamente anticipata in generale per il caldo per Chardonnay e Pinot". Stefano Francia, presidente Cia Emilia Romagna allunga lo sguardo verso la terra del Passatore: "La vendemmia in Romagna sembra di ottima qualità. L’anticipo di raccolta è certo in collina nei vigneti privi di impianti irrigui a causa delle temperature elevate. Anche i rossi vanno incontro a maturazione anticipata con la colonnina di mercurio così alta. La qualità sarà buona".

Nelle Marche la speranza è di recuperare la pessima stagione durante la quale la peronospora ha massacrato parte della produzione. Da queste parti il clima “meridionale” fa pensare a una produzione con qualche segno più. Secondo i tecnici dell’Imt, Istituto marchigiano vini, presieduto da Michele Bernetti, l’annata 2024 stavolta non presenta particolari problemi legati a fitopatologie o altro. La situazione nella terra del Verdicchio è definita "notevolmente differente rispetto allo scorso anno". Per Coldiretti Marche la produzione sarà invece inferiore ma di grande qualità con un boom di richieste per l’estero che riguarda soprattutto Verdicchio, Bianchello, Pecorino.