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Emilia Romagna, il clima pazzo piega la vendemmia:"Per le uve cali fino al 50-60%"

In Romagna forti riduzioni per il Sangiovese, in Emilia male il Pignoletto e il Lambrusco "Ma è buona la qualità"

Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna

Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna

Bologna, 19 settembre 2021 - Secondo previsioni al ribasso, la produzione di uve vedrà un calo generale in tutta l’Emilia Romagna per le gelate primaverili e la siccità abbinata a ondate di calore. Ma la vendemmia potrebbe alla fine riservare sorprese nei profumi grazie alla maturazione che è ripresa.

In Romagna previsto -20-25% per le uve precoci a bacca bianca Pinot, Chardonnay e Sauvignon. Nel Ravennate le rese di questi vitigni sono state basse (130-160 quintali per ettaro), tuttavia le uve hanno interessanti parametri qualitativi (acidità e ph). Il Pignoletto di Romagna conferma un -25-30%. Il Trebbiano di pianura sconta il caldo con un -30% e anche più. Malissimo le uve a bacca rossa: il Merlot -30%, però con gradazioni medio-alte; il Sangiovese in pianura paga il gelo e minaccia un crollo vicino al 40-50%; un po’ meno pesante è il bilancio della collina (-30%).

In Emilia preoccupano le colline bolognesi e imolesi. A soffrire i bianchi (in primis le docg e doc Pignoletto), fino a -50%, con bassissime rese uvavino, ma anche i rossi (Cabernet Sauvignon, Merlot e Barbera), per i quali si prevede un -40%. Nel Ferrarese le brinate hanno colpito duro Sauvignon e Trebbiano (-50%). Tra i vitigni più danneggiati dal clima il Lambrusco di Modena e Reggio: -50% per il Grasparossa che è coltivato in collina e pedecollina; e -20-25% circa per le varietà di pianura come il Salamino e il Sorbara. Nel Reggiano le uve Spergola segnano -50% e la Malvasia fino a -60%. Per il vitigno Ancellotta si attende un -30%.

"Il crollo produttivo – dice il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini (foto) – si accompagnerà a disequilibri di mercato: ci attendiamo un incremento della domanda e prezzi in rialzo. Bisogna impostare agguerrite politiche di marketing all’estero che valorizzino la qualità dei nostri vini, per acquisire nuove quote di mercato, specie in Francia dove la vendemmia segnerà un -23%".