REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Un cilindro sulla Garisenda: "Operazione salvataggio"

Il sindaco Lepore illustra le tappe degli interventi per la torre a rischio. Il ministro Sangiuliano: "Patrimonio Unesco? Non serve a consolidarla". .

Un cilindro sulla Garisenda: "Operazione salvataggio"

Prima una cintura di protezione per le fondamenta, alta fino a 4-5 metri. Poi un cilindro metallico capace di sostenere 4.000 tonnellate di peso in caso di crolli. Questa la ’protezione’ della Garisenda, una delle torri di Bologna che pende da 900 anni ma che mai si era scoperta così fragile, a causa di una torsione che non era mai stata rilevata prima con questa intensità.

Le tappe della messa in sicurezza dell’edificio, a cura della ditta Fagioli, la stessa che ha raddrizzato la Costa Concordia e lavorato per ricreare il Ponte Morandi, sono state scandite ieri dal sindaco bolognese Matteo Lepore. Il quale ha invitato la cittadinanza a trasformare questi interventi urgenti in "un’occasione per ripensare la vivibilità del centro". Dopo aver incapsulato la ’grande malata’ cittadina, partiranno i (lunghi) lavori di restauro. Intanto, il Comune ha scritto all’Unesco per estendere la tutela dei portici, già patrimonio dell’organizzazione, alle Torri. Ma i tempi saranno lunghi. E anche Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, con cui pure ieri Lepore ha ribadito il "buon rapporto di collaborazione", ha rincarato la dose: "Il consolidamento della Garisenda poco ha a che fare con l’entrata nel patrimonio Unesco". Anche perché il proponente ha il dovere di mantenere in buono stato il bene che candida.

"C’è stata una sottovalutazione: chi doveva monitorare e lanciare l’allarme, evidentemente si è mosso in ritardo", osserva Sangiuliano. Come dire: si lavori per il ’bollino’ di Parigi ma non si confondano i due piani. A Roma i dubbi sulla prontezza di risposta del Comune di Bologna restano tutti. "Più che di ritardi, però, parlerei di anticipo – ribadiva invece Lepore, in questi a Tokyo in missione con il Teatro Comunale –: mi sono assunto le responsabilità, ho attivato la Protezione civile e il monitoraggio giornaliero, e impostato un piano di salvaguardia e di restauro, chiamato la ditta per metterla in sicurezza. Insomma, ho ascoltato le voci più preoccupate del comitato, che non ha una posizione univoca sul tema". La relazione finale del comitato tecnico-scientifico, intanto, deve ancora arrivare: ieri un’altra riunione interlocutoria e, una volta trovata la quadra, non è detto che l’organo si esprima sulle misure da attuare.

Al di là delle polemiche, con botta e risposta anche tra Pd ("Parole inaccettabili, quelle di Sangiuliano"), governo (la sottosegretaria Borgonzoni, che però conferma come "la questione Unesco è un modo per distogliere l’attenzione dalla poca celerità nell’intervenire da parte del Comune") e centrodestra locale, di sicuro il cantiere Garisenda causerà un bel problema al traffico del capoluogo emiliano.

Il sindaco Lepore, da parte sua, frena sulla pedonalizzazione totale e definitiva dell’area, come suggerito da architetti e urbanisti: "Nessun sindaco l’ha mai fatto", in quanto si rischia di "spezzare in due" la città. Ma, già dai prossimi mesi, questo non impedisce di "ripensare il modo di vivere di quella parte del centro".

Andrea Bonzi