Bologna, 21 luglio 2022 - Benvenuti nel deserto Italia. La situazione climatica peggiora ogni giorno di più, segnala l'Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche: il caldo e la mancanza di piogge stanno compromettendo anche le riserve d'acqua sotterranea del Centro-Nord.
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Il report settimanale dell'Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) non fa sconti: il fiume Po, il grande ammalato, settimanalmente segna record negativi di portata, toccando 113,7 metri cubi al secondo (ben 123 metri cubi al secondo in meno rispetto al precedente minimo storico) al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro, cioè circa il 10% della portata media ed il 75% in meno della portata limite per l'intrusione del cuneo salino.
Siccità endemica: l'esempio dell'Emilia Romagna
Il deficit pluviometrico, che si protrae dall'anno scorso, conferma i caratteri di una siccità endemica in territori, dove serviranno anni per riequilibrare il bilancio idrologico. Ne è esempio l'Emilia Romagna, dove le portate dei fiumi Enza (mc./sec. 0,4) e Reno (mc./sec. 0,6) scendono sotto i minimi storici: sulle pianure a Nord della foce del fiume Reno sono finora caduti, da inizio d'anno, solo 205 millimetri di pioggia, una quantità molto simile a quello registrata nei primi 6 mesi del 2021, influendo sulla ricarica della falda e sulla risalita del cuneo salino nelle zone costiere.
Intaccate le riserve idriche
"La siccità di quest'anno ha caratteri nuovi e di assoluta gravità, perché l'assenza di pioggia e neve sta intaccando anche riserve idriche, destinate prioritariamente all'uso potabile, provocando un deficit, che si protrarrà nel tempo - spiega Francesco Vincenzi, Presidente dell'Anbi - Non intervenire urgentemente con un piano di infrastrutture per la raccolta delle acque piovane, come i 10.000 laghetti proposti da noi e Coldiretti, espone i territori al ripetersi di crisi sempre più devastanti, perché ricadenti su contesti già idricamente indeboliti".
Siccità, un terzo di acqua in meno
L'allarme in Emilia Romagna arriva anche dal sistema irriguo del Burana, che continua ad essere sotto stress "con il massimo delle richieste da soddisfare" ed una disponibilità di acqua ancora in calo, anche fino a un terzo rispetto alla media degli altri anni. Lo segnala nel suo bollettino di oggi il presidente del Consorzio, Francesco Vincenzi, precisando che si è resa indispensabile l'attivazione in 24 ore di protocolli operativi per "intensificare manovre idrauliche che possano garantire l'acqua alle varie zone con criteri di alternanza", agendo capillarmente sui diversi manufatti. Le maggiori difficoltà si stanno riscontrando nella fornitura di acqua ai 70.000 ettari di territorio ricadenti nella provincia modenese e parte della bassa mantovana prelevata al Po tramite l'impianto Sabbioncello. Per questo sono stati attivati altri prelievi alla Chiavica Secchia (Bomporto) ed all'impianto Bozzala Secchia (San Prospero) per 0,3 metri cubi al secondo, in modo da soddisfare le richieste di quelle zone.
Al polo Pilastresi di Stellata di Bondeno, nel ferrarese, sono in funzione sette pompe degli impianti sussidiari in grado di fornire 21 metri cubi al secondo di acqua, per far fronte alla richiesta di cui beneficia principalmente il territorio del Consorzio di bonifica della pianura di Ferrara (150.000 ettari extra-comprensorio Burana) che non può prelevare dai propri impianti a causa della risaluta del cuneo salino nel grande fiume. Ma rimangono "gravi criticità", conferma il Burana, anche nei Comuni modenesi di Nonantola e Ravarino, che sono serviti da quattro impianti sul Panaro per una portata di 0,3 metri cubi al secondo. "Si ravvisa quindi la necessità di un utilizzo più oculato possibile della risorsa idrica riducendone al minimo l'impiego", conclude il Consorzio.