Bologna, 6 settembre 2021 - La scuola per gli studenti dell'Emilia Romagna inizia lunedì 13 settembre 2021. Nelle settimane precedenti il Cts, di concerto con le regioni, ha stilato un documento che contiene le linee guida per il rientro a scuola. Tutto è poi stato approvato dal governo con qualche deroga con un decreto del 6 agosto scorso.
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Con l'inizio della scuola è obbligatorio per il personale scolastico possedere il Green Pass. Sono previsti tamponi per lo screening degli alunni delle scuole elementari e medie, mentre è obbligatorio indossare le mascherine a scuola dai 6 anni fino all’università. È raccomandata “fortemente” in ogni situazione, ma è indispensabile solo “laddove non sia possibile il distanziamento di almeno un metro”. Tuttavia, il decreto legge del 6 agosto scorso ammette la possibilità da parte degli alunni di potersi togliere la mascherina al banco se tutti nella classe sono vaccinati. La mascherina, comunque, può essere tolta a mensa e, una volta seduti e distanziati, anche per le lezioni di educazione fisica. Questa deroga vale ovviamente soltanto nelle terze medie e nelle classi delle superiori, perché il vaccino per ora possono farlo solo i ragazzi over 12.
In Emilia Romagna sono state illustrate oggi le indicazioni operative sul rientro in classe nella massima sicurezza possibile. Nell'incontro è stato fatto anche il punto anche sugli investimenti per la gestione dell’emergenza, con gli oltre 25 milioni e 800mila euro destinati all’Emilia-Romagna con il decreto Sostegni bis.
Tutto ciò in un ambito lavorativo, quello del mondo dell’istruzione - università compresa - in cui il 95% del personale ha già ricevuto almeno una dose di vaccino. Mentre sale al 64,9% la percentuale di copertura con prima dose della fascia 12-19 anni, e al 43,3% quella di chi ha completato il ciclo vaccinale. In corso di valutazione da parte della Regione la possibilità di vaccinare con mezzi mobili all’esterno delle scuole, previo accordo con l’Ausl di competenza e gli istituti scolastici; naturalmente, in caso di minorenni, con l’assenso dei genitori.
Scuola in Emilia Romagna: le misure sanitarie
Massima attenzione, dunque, alle misure di contenimento del contagio e di gestione di casi in ambito scolastico, con la mascherina obbligatoria in classe anche in presenza di un metro di distanza interpersonale. Per quanto riguarda l’attività di contact tracing (tracciamento), nel caso in cui ci sia un positivo il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl competente contatta il responsabile della struttura e referente Covid ed effettua l’indagine epidemiologica, verificando l’attuazione delle misure di prevenzione.
La quarantena, per i contatti stretti, è di 7 giorni dall’ultimo contatto con il caso se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, e si conclude con test molecolare o antigenico. Per i non vaccinati, o per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale da meno di 14 giorni, la durata della quarantena rimane di 10 giorni. Se il contatto stretto rifiuta il tampone, la quarantena è prolungata fino al 14esimo giorno dall’ultimo contatto con il caso, e la riammissione alla frequenza avverrà anche in assenza di molecolare o antigenico.
Riammissione a scuola. Il caso confermato di Covid-19 rientra a scuola con l’attestazione del Dipartimento di Sanità Pubblica rilasciato dopo l’esito negativo del tampone molecolare eseguito al 10^ giorno dalla comparsa della positività o dei sintomi, che devono essere assenti da almeno 3 giorni. Se il test dovesse risultare ancora positivo – o in caso di tampone positivo negli asintomatici – va ripetuto dopo 7 giorni (17esimo giorno). I casi ancora positivi, in assenza di sintomi da almeno 7 giorni, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni.
Scuola primaria e secondaria: identificazione dei contatti stretti
Cosa succede nella scuola primaria e secondaria di 1° e 2° grado in caso di presenza di un positivo? Vengono individuati i contatti stretti (alunni e personale scolstico) delle 48 ore precedenti l’esordio dei sintomi o l’effettuazione del tampone del caso confermato. Per tutti i contatti stretti individuati viene emesso un provvedimento di quarantena.
Gli alunni della classe che risulteranno contatti a basso rischio sospenderanno la frequenza e verranno sottoposti a tampone molecolare/antigenico. Saranno riammessi a scuola con esito negativo del tampone e obbligo dell’uso della mascherina chirurgica al banco per 10 giorni dall’ultimo contatto con il caso.
I docenti, se hanno rispettato le misure di prevenzione (mascherina e distanziamento), non sono individuati come contatti stretti ma devono comunque effettuare il test molecolare. Il rifiuto all’esecuzione comporta l’emissione del provvedimento di quarantena. Nel caso in cui ci sia un docente positivo, gli alunni delle classi coinvolte sospenderanno la frequenza fino all’esito negativo di test antigenico/molecolare effettuato dal Dipartimento di Sanità Pubblica. Tutto il personale scolastico, anche se vaccinato, deve continuare a rispettare i protocolli, aderire a programmi di screening ed è comunque considerabile contatto stretto in caso di iterazione con positivo confermato.
Servizi 0-3 e scuole dell’infanzia: identificazione dei contatti stretti
Il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di competenza individua come contatti stretti tutti i bambini compagni di sezione e il personale scolastico che ha vissuto una presenza prolungata e in interazione nelle 48 ore precedenti l’esordio dei sintomi nel caso positivo o l’effettuazione del tampone: per tutti loro viene emesso provvedimento di quarantena.
Sulla base degli esiti dello screening, il Dipartimento valuta se estenderlo ad altre classi/sezioni e, se ritenuto necessario, chiudere la scuola. Può inoltre, in ambiti territoriali con elevata circolazione del virus, proporre indagini a campione in ambito scolastico utilizzando test antigenici/molecolari. Per quanto riguarda i controlli, il rispetto della corretta applicazione dei protocolli in quest’ambito sono in capo ai dirigenti scolastici/responsabili delle strutture. Rispetto che potrà essere oggetto di verifica da parte dei Dipartimenti di Sanità Pubblica.
Scuola Emilia Romagna: come ripartono le attività
Mezzi mobili delle Ausl davanti alle scuole per vaccinare chi non si è ancora immunizzato, 13.000 tamponi salivari al mese da utilizzare nello screening dei casi sospetti, ma soprattutto un uso oculato delle quarantene, in maniera da evitare il più possibile la Dad. Riparte così la scuola in Emilia-Romagna, in base alle indicazioni governative 'declinate' dalla sanità regionale per fronteggiare i contagi da Covid.
Un buon punto di partenza, per l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, è il 95% di personale scolastico vaccinato. Resta una "priorità", in ogni caso, vaccinare i rimanenti: per questo sarà possibile farlo anche "in giornata". Come annunciato ogni Ausl metterà a disposizione i propri mezzi mobili, che si troveranno a turno all'uscita delle scuole "in accordo con gli istituti".
L'informazione alle famiglie verrà data "qualche giorno prima" in maniera da rendere possibile la vaccinazione degli studenti che volessero farla (per gli under 18 serve il consenso della famiglia). In realtà fa ben sperare la situazione della fascia d'età 12-19 anni, dove si registra già una copertura del 65% come prima dose, del 43,2% per quanto riguarda il ciclo completo.
Considerando i già prenotati e chi vorrà fare l'iniezione questa settimana, "potremmo cominciare con due terzi del target con la prima dose e metà col ciclo completo", dice Donini, oggi in commissione regionale accanto alla collega all'Istruzione Paola Salomoni per relazionare sulla ripresa del 13 settembre.
Rispetto allo scorso anno scolastico cambia per decreto governativo la quarantena (i vaccinati sette giorni, gli altri 10), ma Donini assicura soprattutto il "massimo scrupolo nella individuazione dei contatti ristretti in modo da preservare il più possibile da didattica in presenza". Non insomma la regola "un positivo, tutti a casa", ma verranno valutati attentamente i possibili contratti ristretti.
"Cercheremo di orientarci in maniera da assicurare la permanenza più ampia possibile della popolazione studentesca in classe", assicura ancora l'assessore. Per il monitoraggio ci sono 13.000 tamponi salivari molecolari al mese per la sperimentazione nelle cosiddette scuole sentinella, "che cambieranno a seconda della necessità di mappare il territorio". La richiesta della Regione è già di averne di più. "Abbiamo chiesto al commissario la possibilità di incrementare questa disponibilità per usarli nel contact tracing e nelle nostre azioni di monitoraggio".
Avanti anche con i tamponi gratis nelle farmacie, ogni settimana, ma riservati ora "a tutti coloro che non possono vaccinarsi", a partire dai minori 12 anni ma anche chi non può immunizzarsi per motivi di salute. Dai 12 ai 19 anni è invece previsto un prezzo calmierato. Per quanto riguarda infine la mascherina, nonostante le aperture governative al momento va tenuta "anche da seduti e indipendentemente dalla distanza". E la mascherina "deve essere necessariamente chirurgica nel caso di distanza inferiore ad un metro".
Lega: "Finalmente i test salivari"
"Finalmente, dopo mesi di silenzi e ambiguità, la Regione Emilia-Romagna segue la linea della Lega. Non solo rientrerà nella sperimentazione nazionale, con 13.000 tamponi salivari molecolari al mese, ma addirittura ha chiesto la possibilità di poter aumentare il numero dei salivari mensili".
Lo afferma il consigliere regionale della Lega Marchetti, vicepresidente commissione regionale Sanità, dopo la relazione della giunta in commissione sull'apertura dell'anno scolastico. "Ricordiamo, infatti, che da mesi la Lega chiede di introdurre questo strumento ma, mentre altre Regioni, come ad esempio il Veneto, hanno di fatto tracciato la strada che tutti oggi stanno seguendo, l'Emilia-Romagna era invece rimasta al palo", sottolinea ancora Marchetti.
Bocciatura senza appello invece da Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d'Italia. "Apprendiamo dalle comunicazioni degli assessori Donini e Salomoni che il contrasto al virus nelle scuole è affidato a mascherine e tanta speranza", tira dritto.
"Siamo fermi a un anno fa: nessuna scelta strategica, nessun impegno concreto portato a termine. In sintesi: solo promesse e nessun risultato. Sembra di rivivere un replay del 2020: stiamo parlando delle stesse cose e delle stesse incertezze, ma tant'è. Abbiamo buttato via un'altra estate e ora c'è solo da sperare che tutto vada bene. Gli assessori alla Scuola e alla Sanità non hanno saputo dirci perché i treni regionali sono pieni come uova. Promettono zero didattica a distanza, ma non fanno nulla per evitarla".