DONATELLA BARBETTA
Politica

Pronto soccorso, si infiamma il dibattito in Emilia Romagna sui Cau

Nel mirino delle opposizioni la delibera in giunta lunedì. I consiglieri Castaldini, Evangelisti e Marchetti: bisognava votare in aula, ci hanno bypassato. Le perplessità della Uil

Pronto soccorso e la rivoluzione Cau (foto d'archivio)

Pronto soccorso e la rivoluzione Cau (foto d'archivio)

Bologna, 13 luglio 2023 – Si infiamma il dibattito sui Cau, i centri assistenza urgenza per i casi non gravi, destinati a snellire l'attività dei Pronto soccorso in Emilia Romagna accogliendo i codici bianchi e verdi.

"Lunedì la giunta Bonaccini approverà la delibera sulla riforma del sistema di emergenza-urgenza in Emilia-Romagna- attacca Valentina Castaldini, consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia - e credo sia molto grave che una riforma così tanto attesa dell'intero mondo della sanità pubblica emiliano-romagnola venga messa nero su bianco e resa attuabile con una delibera, ignorando totalmente il lavoro dell'Aula e tutto quello che ne consegue. Ormai è sotto gli occhi di tutti quello che ho sempre messo in luce: il nostro sistema sanitario fa acqua da tutte le parti".

Questo, secondo Castaldini, "lo dimostrano i bilanci, le lunghe liste d'attesa, il fatto che professionisti del settore esasperati decidano di lasciare i presidi emiliano romagnoli e c'è una vera e propria fuga dei medici, e ancora la mancanza del personale specializzato, tanto che alcuni pazienti sono costretti ad 'emigrare' nella vicina Toscana per essere curati, l'ultimo esempio riportato da me la settimana scorsa sui bambini che vanno al Meyer di Firenze per le visite allergologiche".

E la giunta Bonaccini "che fa? Proprio perché è una cosa così importante e impellente- conclude polemicamente Castaldini- decide di attuare una riforma con una delibera, che non lascia spazio di dialogo con associazioni e sindacati da una parte con apposite udienze conoscitive, e dall'altra alle commissioni di emendare, all'aula di votarla".

Marta Evangelisti, capogruppo Fd'I, precisa che “Fratelli d’Italia ha incontrato questa mattina l’assessore Donini, raccogliendo la sua disponibilità all’esito del confronto tenutosi in seno alla commissione sanità di questa settimana, chiedendo di approfondire meglio alcuni aspetti relativi alla delibera di indirizzo che attuerà la riforma del sistema di emergenza-urgenza di prossima approvazione, rispetto cui in commissione erano già state espresse dal gruppo regionale diverse perplessità. Abbiamo chiesto chiarimenti sulla presa in carico dei pazienti, domandando garanzia sul rafforzamento della risposta alle emergenze gravi che oggi rispondono al 118 e soprattutto se vi sarà da parte dei Cau, ove instaurati, una copertura H24, almeno per quelle aree territoriali più disagiate delle quali abbiamo rappresentato ancora una volta le criticità".

La capogruppo ritiene che "gran parte dei problemi che oggi affliggono anche il nostro sistema sanitario derivino da scelte sbagliate di questa regione, ma siamo altrettanto consapevoli che una soluzione vada trovata per alleggerire il carico dei Pronto soccorso, per tutelarne gli operatori, ma anche per dare una risposta al bisogno dei cittadini di avere assistenza e cura senza doversi rivolgersi al sistema sanitario privato, soprattutto per urgenze. Auspichiamo pertanto che in seno alle Ctss si sapranno fare le opportune valutazioni modulando le stesse sulle specifiche esigenze dei territori e non con misure adottate una tantum o ancor peggio con proposte al ribasso rispetto alle promesse già fatte in termini di potenziamento dei servizi. Vigileremo e valuteremo i contenuti della delibera e le scelte assunte di conseguenza, senza pregiudizio politico ma nell’esclusivo interesse dei territori e della tutela della salute dei cittadini”.

Ieri Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, ha spiegato al nostro giornale la riorganizzazione dell'emergenza-urgenza e come funzioneranno i futuri Cau, una ventina entro l'anno in tutta l'Emilia-Romagna.

Nella bozza della delibera, di oltre 70 pagine, le linee di indirizzo alle Aziende sanitarie per la riorganizzazione dell'emergenza-urgenza, e tra i vari punti anche le prestazioni che saranno erogate nei Cau, le indicazioni sul personale da prevedere, i criteri di accesso alle strutture e la principale casistica di riferimento delle urgenze non tempo dipendenti.

Per Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega, "apprendere dalla stampa la trasformazione dei presidi di primo soccorso in centri di assistenza e urgenza per la gestione degli interventi a bassa intensità (codici bianchi o verdi) o non direttamente e in via preventiva dall'assessore alla Sanità, e nella sede più opportuna, la commissione Sanità, è un fatto grave", perché a oggi, infatti, "formalmente l'assessore alla Sanità, Raffaele Donini, ci ha semplicemente anticipato che le linee guida regionali sui Cau (centri che in molti casi sostituiranno i Pronto soccorso), verranno approvate in Giunta lunedì prossimo e che i territori avranno tempo fino al 15 settembre per organizzarsi" e conclude così: "La commissione Sanità e, più in generale l'Assemblea legislativa, non potendo minimamente incidere, sono state letteralmente scavalcate e dunque calpestate".

Interviene anche Marcello Borghetti, segretario generale Uil Emilia Romagna: "Le dichiarazioni alla stampa dell'assessore Donini aprono il dibattito pubblico sul progetto di riorganizzazione dell'emergenza-urgenza cui l'Emilia Romagna darà il via libera la prossima settimana. Partiamo dal presupposto o meglio dal dato incontrovertibile che l’attuale organizzazione tra guardie mediche e medicina territoriale non abbia funzionato. E sia chiaro non certo per insipienza del personale sanitario. L’urgenza-emergenza va assolutamente riformata, ma occorre farlo all'interno di una più generale riforma dell'intera sanità emiliano-romagnola". Per l'esponente del sindacato, inoltre, "resta il problema di come procedere e se si intende farlo a costo zero esprimiamo grande preoccupazione. Una parziale riorganizzazione senza investimenti sul personale (assunzioni in primis per non parlare della valorizzazione) e risorse aggiuntive all’intero sistema, temiamo possa avere ‘gambe corte’. Non vorremmo che a pagare le conseguenze di questo ennesimo maquillage recupera-costi siano sempre (ahimè) sanitari e cittadini. Da come si evince, questo riordino ha alcune luci e diverse ombre. Come Uil Emilia Romagna lavoreremo affinché non ci siano passi indietro del nostro sistema sanitario”.