REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Pillola abortiva a casa, polemica sulla Regione Emilia Romagna

Marta Evagelisti (Fdi) contro la determina che consente di terminare l’iter per l’interruzione di gravidanza a domicilio: “Le regole sono superficiali. Così le donne vengono lasciate sole”

La Ru486, ossia la pillola abortiva di cui la Regione Emilia Romagna consente la somministrazione a domicilio. Nel riquadro, la capogruppo Fdi in Regione, Marta Evangelisti

La Ru486, ossia la pillola abortiva di cui la Regione Emilia Romagna consente la somministrazione a domicilio. Nel riquadro, la capogruppo Fdi in Regione, Marta Evangelisti

Bologna, 31 ottobre 2024 – Fratelli d'Italia vuole vederci chiaro sulla determina della Regione, in vigore dal 1 gennaio 2025, che consentirà alle donne di concludere l'assunzione della pillola per l'interruzione di gravidanza a casa propria. Dopo l'altolà degli anti-abortisti, la capogruppo Fdi in Regione, Marta Evangelisti, ha presentato una interrogazione in Consiglio regionale, chiedendo "per quale motivo la determina non sia stata discussa in Assemblea".

E "vorremmo sapere anche se, nel colloquio al consultorio, alle donne che fanno richiesta della Ru486 vengono fornite tutte le informazioni e l'ascolto per favorire la nascita del figlio, unitamente alla illustrazione di tutte le misure volte al suo sostegno, anche economico", aggiunge la meloniana.

Quello dell'interruzione di gravidanza, afferma ancora Evangelisti, "è un tema molto delicato, troppo spesso usato come leva politica e ideologica e trattato con una superficialità che non possiamo condividere".

Fdi e FederVita: donne lasciate sole

E' appunto quella di "superficialità" l'accusa rivolta alla Regione per la determina del 9 ottobre che aggiorna i profili di assistenza per le donne che richiedano l'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) con metodo farmacologico "senza alcuna discussione in Assemblea legislativa".

In base a quella norma la Ru486, "da oggi e in via definitiva - sottolinea ancora la consigliera - può essere assunta a domicilio dalle donne che ne facciano richiesta. Tutto questo, come rileva FederVita, senza che venga posta attenzione all'ascolto della donna che ne fa domanda, favorendo così la sua completa solitudine".

Come funziona

Il metodo farmacologico di interruzione volontaria di gravidanza si basa sull'assunzione, a 48 ore di distanza, di due pillole: il mifepristone (Ru486) e una prostaglandina (misoprostolo o gemeprost). Il mifepristone o Ru486 causa la cessazione della vitalità dell'embrione mentre l'assunzione della prostaglandina ne determina l'espulsione. E’ questa seconda pillola (di misoprostolo o gemeprost) che sarà consegnata alla paziente e potrà essere assunta a casa.

Che cos’è la Ru486

La Ru486 è un’antagonista del progesterone, il principale ormone legato allo sviluppo e al mantenimento della gravidanza. Viene utilizzato sin dal 1989 per l’aborto medico. In assenza di controindicazioni, tutte le donne hanno diritto di scegliere il metodo farmacologico per l’Ivg.

Cosa cambia

Secondo il nuovo modello di assistenza che entrerà in vigore nel 2025, la prima pillola abortiva sarà sempre somministrata in consultorio (o in ospedale) e la seconda pillola verrà consegnata alla paziente fino alla nona settimana di gestazione, insieme agli opuscoli informativi, agli antidolorifici e al test di gravidanza che servirà per confermare l’avvenuta interruzione, da fare a casa con la possibilità di ricevere assistenza con la telemedicina; da subito verrà proposta la consulenza contraccettiva.