MASSIMO PANDOLFI
Politica

Fondi per l’alluvione, Bonaccini e Meloni ai ferri corti. E chi ha perso tutto è sempre al verde

La premier dice di aver stanziato miliardi e accusa la Regione di rallentare tutto. Il governatore replica: “Gli unici soldi arrivati davvero alla gente sono i nostri”

Scontro tra Stefano Bonaccini e Giorgia Meloni sui fondi del post alluvione

Scontro tra Stefano Bonaccini e Giorgia Meloni sui fondi del post alluvione

Bologna, 12 agosto 2023 – Niente da fare, siamo in un vicolo cieco. La premier Meloni e il governatore Bonaccini, sul tema alluvione, non si capiscono (o fingono di non capirsi). Si scrivono ma non si parlano: di vedersi nemmeno parlarne, anche se il presidente della Regione Emilia Romagna sollecita da giorni un faccia a faccia che per ora la presidente del Consiglio dribbla. Ieri Bonaccini ha risposto alla Meloni che a sua volta aveva scritto una lettera di replica al governatore che le chiedeva un incontro: un giro perverso di carteggi, in meno di una settimana.

Ma andiamo con ordine e proviamo a capirci qualcosa in più. Fra lettere, email e sfoghi sui massmedia, il numero uno dell’Emilia Romagna da tempo si lamenta e attacca il governo. "Finora avete fatto solo chiacchiere e passarelle. Di fatti, soldi e rimborsi non s’è visto nulla, neppure un euro". Bonaccini non la mette giù esattamente così, ma il senso è quello. Concetto che in fondo ha ripetuto anche ieri nella risposta alla risposta della Meloni.

La numero uno d’Italia, a proposito di senso del discorso, non ha invece dato direttamente del bugiardo a Bonaccini, ma siamo lì. E lo ha pure punzecchiato scrivendo: "Fretta e frenesia rispondono al desiderio di qualcuno di avere più visibilità". Il contenzioso è infinito, i punti veri condivisi sono solo due. Il primo: "Vogliamo rimborsare al 100 per cento gli alluvionati". Il secondo: "Dobbiamo lavorare insieme". Tutto molto bello, ma è splendida teoria.

Andiamo alla pratica, con alcuni esempi. La Meloni, oltre a sottolineare come siano stati stanziati 4 miliardi e mezzo in tempi record, dice: "Sono state presentate 20mila domande di sostegno ai privati, di cui oltre la metà già processate, erogando sul territorio più di 30 milioni di euro a famiglie e persone". Bonaccini ieri ha replicato: "Nulla è arrivato in termini di indennizzo a famiglie e imprese colpite. La stragrande maggioranza delle imprese ad oggi non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come affrontare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile. Finora gli unici contributi li ha dati la Regione".

Nel duello si inserisce un risvolto che rende tutto ancora più complicato. Prendiamo l’agricoltura. Ieri varie associazioni di categoria dell’Emilia-Romagna, rispondendo alla premier che parlava dei 50 milioni messi a disposizione del ministero per coprire anche le somme urgenze del settore, hanno spiegato che non si è visto nulla. Va detto però che la Meloni, nella sua lettera, aveva ben spiegato: "Per quei soldi il Governo attende la richiesta di anticipazione e la necessaria delimitazione da parte della Regione". Come dire: vi diamo i soldi quando la Regione si sveglia.

Però Bonaccini dice che la Regione è più che mai sveglia e anzi, "se ha fretta, è perché fretta hanno i cittadini alluvionati dell’Emilia Romagna". La premier, di rimando: "Non ci possiamo permettere di agire con una fretta che ha già portato ad errori a cui il Parlamento ha posto rimedio, come ad esempio l’errata perimetrazione della zona alluvionata ritrasmessa dalla Regione al Governo".

In questa infinita querelle si intrecciano anche le vere o presunte e inconfessabili strategie politiche di una parte politica e dell’altra, in vista magari delle elezioni regionali del 2025 che, detto chiaro e tondo, agli emiliano-romagnoli ancora alluvionati interessano meno che zero. Loro vogliono fatti, risposte, soldi.

La posta in palio è altissima: c’è gente che passerà il Ferragosto in camere (forse anche squallide) di motel. E questi signori non sono in vacanza, semplicemente non hanno più la casa.

Ecco perché è necessario cominciare a parlare lo stesso linguaggio: fatelo, almeno per loro.