Bologna, 26 giugno 2024 – Le certezze sono quattro: una coalizione larga, da Azione al Movimento 5 Stelle (manca solo Renzi per ora); il pressing di molti sindaci e mondi economici per Michele De Pascale, primo cittadino ravennate principale indiziato per il dopo Bonaccini; le quotazioni in calo dell’assessore regionale Vincenzo Colla; la resa dei conti nel Pd di Bologna che potrebbe bloccare la nomina del candidato dem in un rimpiattino di veti incrociati.
Il dirscorso di dimissioni di Bonaccini
E questo stallo alla Quentin Tarantino potrebbe far scaturire anche la proposta di un terzo nome. La strada del Pd verso le regionali è lastricata d’ostacoli, anche se i risultati delle Europee e il recente sondaggio di Nomisma raccontato in esclusiva dal Carlino direbbero il contrario. Ma sappiamo che spesso il centrosinistra può continuare così, a farsi del male. E il centrodestra sta alla finestra con l’ex sottosegretaria Elena Ugolini, che potrebbe scendere in campo prima di quanto ci si aspetti.
Il caos Bologna
La sconfitta al primo turno a Molinella e Malalbergo e i ballottaggi persi a Castel Maggiore e Pianoro (oltre alla vittoria in extremis nella roccaforte Casalecchio) stanno portando le due anime della segreteria alla resa dei conti (la numero uno Federica Mazzoni, vicina a Lepore, e Matteo Meogrossi, vicino al parlamentare Andrea De Maria). Il sindaco Matteo Lepore potrebbe giocare un ruolo importante e, se i dem bolognesi dovessero spaccarsi, potrebbe spuntare anche un terzo nome. Quello di Lepore è già stato fatto, e pure quelli di Irene Priolo e Isabella Conti. L’altro convitato di pietra è appunto De Maria, nome forte del partito e vicino a Stefano Bonaccini. Si arriverà a una mediazione o sarà guerra civile? De Maria è tra gli indiziati per il ruolo di segretario regionale se un domani Tosiani dovesse avere un nuovo incarico, a Roma o in giunta.
Il ritorno di Bonaccini
Il presidente arriva da New York e oggi annuncerà le dimissioni che diventeranno effettive il 10 luglio. In questi 15 giorni, dunque, si giocherà la partita. Se non si troveranno accordi, difficilmente il nome di De Pascale o, in subordine, quello di Colla passeranno senza scossoni.
Il perimetro
Sarà un campo largo o larghissimo? Di fatto manca solo Renzi alla maxi tela che il segretario Luigi Tosiani dovrà riempire. E’ chiaro che prima partirà la fabbrica del programma, poi si arriverà all’incoronazione, anche se la speranza di molti è che il candidato possa già essere indicato proprio in sede di tavolo sui contenuti.
La rappresentanza
Bologna vuole contare, ma il recente risultato elettorale indebolisce la posizione anche se, come si diceva, il caos petroniano potrebbe finire per tenere tutti in stallo. Toccherà dunque a un romagnolo, dopo due mandati emiliani? Molto dipenderà da Elly Schlein. Ma potrà killare (anche se il Pd non è un videogame) un candidato della stessa generazione, un sindaco, un politico dal consenso trasversale come De Pascale?