Bologna, 22 giugno 2024 – Meno candidati identitari e più nomi civici. Un’indicazione "trasversale", a seguito della "disaffezione per la politica che spinge a una soluzione alternativa", spiega l’amministratore delegato di Nomisma Luca Dondi dall’Orologio.
Perché il 38% degli emiliano-romagnoli intervistati nel vostro sondaggio preferirebbe un nome della società civile e solo un 17% un candidato di partito?
"I numeri dimostrano che il centrodestra per avere possibilità di conquistare la Regione deve giocare la carta civica. Un’indicazione coerente alle aspettative. La sorpresa è che sia alto il gradimento per un candidato non di partito anche nel centrosinistra".
Il centrodestra sta virando verso Elena Ugolini, ex sottosegretaria di Mario Monti. Il centrosinistra, invece, è più focalizzato su nomi di partito...
"La strada che sembra profilarsi per il centrodestra pare rafforzata dalla rilevazione, mentre dall’altra parte emerge una candidata che, finora, non era considerata tra i papabili per il dopo Bonaccini: l’ex sindaca di San Lazzaro Isabella Conti".
La strada civica per il centrodestra è quella giusta?
"Ciò che conta, se a correre sarà Ugolini, è che sia il centrodestra a convergere sulla sua candidatura e non viceversa. Se verrà percepita come una civica ’travestita’, designata dall’alto, non funzionerà".
Conti risulta più conosciuta dei nomi in pole del Pd, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla. Un exploit?
"Sì. È un dato sorprendente. Se guardiamo l’indice di fiducia, i numeri dimostrano che l’ ex sindaca supera il 70% ed è molto alta anche tra gli elettori di centro e centrodestra, tra le donne e i giovanissimi. Per de Pascale la capacità di penetrazione nel centrodestra è molto più bassa e lo stesso vale per Colla, entrambi più percepiti come candidati d’area. Lo è anche Conti, ma è considerato un nome meno partitico e con sensibilità a temi sentiti a livello regionale, dalla sanità al welfare fino all’ambiente".
Non c’è, comunque, un nome che spicca nel centrosinistra. Crede che, nonostante tutto, le primarie saranno utili?
"Non so se tutti i candidati sarebbero disponibili a correre ai gazebo. Nel caso, potrebbe profilarsi un testa a testa Conti-de Pascale. Un duello che potrebbe anche dare una spinta interessante verso il voto, ma siamo sicuri che Bonaccini e il sindaco di Bologna Matteo Lepore avrebbero voglia di schierarsi?".
Crede che l’Emilia-Romagna sarà contendibile?
"Se guardiamo le intenzioni di voto, tra chi ha le idee chiare, il centrosinistra parte avanti sul centrodestra. Fatto cento, siamo 60 a 40. Ma c’è un bacino di indecisi che vale il 30% da considerare. Conterà molto la capacità di allargarsi al centro".
Il modello Bonaccini resta vincente?
"Il gradimento va oltre il suo bacino elettorale e sfonda al centro. Molto alta la fiducia nelle zone alluvionate e ha riscontri positivi anche nel centrodestra. A rendere Bonaccini più attrattivo anche al di fuori del suo elettorato tradizionale credo abbia aiutato la sua linea nel Pd, risultata minoritaria rispetto a quella di Elly Schlein".