VALERIO BARONCINI
Politica

Bonaccini primo governatore d’Italia: perché ha battuto gli stop su primarie e commissario

Le ragioni per cui il presidente dell’Emilia-Romagna è il più amato, nonostante l’ultima batosta dopo la nomina di Figliuolo

Stefano Bonaccini è il Governatore più amato d'Italia

Stefano Bonaccini è il Governatore più amato d'Italia

Bologna, 10 luglio 2023 – Quali sono le ragioni dietro il successo di Stefano Bonaccini nella classifica dei governatori d’Italia? Come è riuscito addirittura a superare Luca Zaia, che sembrava irraggiungibile nella prima posizione?

Bisogna essere onesti: il 2023 non era stato il migliore anno per il presidente dell’Emilia-Romagna. Prima la sconfitta con Elly Schlein alle primarie Pd per il ruolo di segretario nazionale; poi la scelta del Governo di nominare il generale Francesco Figliuolo (e non il capo della Regione, come di solito accade) nel ruolo di commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione. Due momenti difficilissimi della carriera politica di Bonaccini, forse i più difficili da quando governa viale Aldo Moro. 

Nemmeno la convulsa campagna elettorale per la Regione nel 2020 contro Lucia Borgonzoni (e con Matteo Salvini onnipresente sul territorio) era stata più sdrucciolevole. E allora come si arriva al primato?

Intanto perché Stefano Bonaccini ci ha sempre messo la faccia. Piaccia o meno, ma è il suo pregio principale. E anche nella gestione dell’emergenza alluvione è stato così: tolta la giacca istituzionale, messo il ‘giubbotto’ da pronto intervento, il governatore ha convinto molti cittadini, emerge anche dai rilevamenti del Sole 24 ore. Non è un caso che tutte le associazioni di categoria e molti imprenditori lo volessero commissario.

Poi ha saputo affrontare le critiche. E’ stato anche contestato aspramente, ad esempio da alcuni cittadini della Bassa Romagna, ma non si è mai sottratto al dialogo. Ha anche fatto autocritica, ad esempio ragionando su quanto lo sviluppo economico della regione (trasformata da Cenerentola del Dopoguerra a locomotiva d’Europa) abbia influito in maniera negativa sul consumo di suolo, rivendicando però anche la propria legge sul tema.

Infine la costanza e la coerenza, due valori che non gli si possono non riconoscere. Non è una sorpresa infatti la sua presenza ai piani alti delle classifiche di gradimento degli amministratori. E il suo stile, a volte anche duro ma sempre istituzionale (pensate al ko con Schlein e all’immediata reazione), evidentemente convince.

Non stiamo facendo un’agiografia, s’intende. Per esempio crediamo che il governatore, nel giorno della nomina di Figliuolo e nelle interviste successive (anche al nostro giornale), abbia sbagliato ad attaccare tanto il governo Meloni sulla ‘scelta politica’ di escluderlo dal ruolo. E anche sui fondi continua un pressing che non dà l’idea di pace istituzionale. Inoltre, non sono mancate le polemiche su prevenzione e manutenzione del complesso territorio emiliano-romagnolo. 

Ma i numeri sono numeri, e il gradimento che sfiora il 70% è sicuramente una piccola consolazione personale: “Non conta niente, ma dà morale”, ha detto Bonaccini agli amici. Ed è subito tornato in ufficio e sui territori a lavorare.