FLAVIO NARDINI
Emilia Romagna

Pestata a morte dal marito. La profezia sui social:: "La voglio eliminare"

Riemerge un post di undici anni fa e il paese si interroga: "Andava fermato". Tutti stretti ai due figli di vittima e assassino. La preside: "Li aiuteremo" .

Massimo Malavolta, 48 anni, in una sua foto postata sui social

Massimo Malavolta, 48 anni, in una sua foto postata sui social

CASTIGNANO (Ascoli Piceno)Il tarlo che ora assilla le teste degli abitanti di Castignano è uno solo: si poteva evitare l’ennesimo femminicidio? Emanuela Massicci è stata la 108esima donna uccisa in Italia nel 2024: fa impressione considerarla un numero dopo che giovedì all’alba stata massacrata e uccisa di botte dal marito, il 48enne Massimo Malavolta. Nel piccolo paese in provincia di Ascoli Piceno tutti ripetono la stessa storia, lui aveva atteggiamenti considerati violenti e i precedenti non sono dalla sua parte. Suona beffarda e angosciante ora quella battuta che l’assassino ha fatto in un post su Facebook, undici anni fa, quando i loro due bimbi erano nati da poco, uno a distanza di un anno dall’altro: "Inconsciamente la voglio eliminare. Gli ometti li voglio tutti per me". Nella foto in questione c’erano i due piccoli, e Malavolta rispose così a una persona che aveva chiesto perché avesse ’tagliato’ dallo scatto la moglie.

Il pensiero ora va ai due ragazzini, affidati alle cure dei nonni materni. Un intero paese si è mobilitato per loro e anche la scuola cerca di fare la sua parte: "Al loro rientro proveremo a dargli uno spazio di serenità, anche se non sarà facile – dice la dirigente della scuola secondaria Don Bosco di Castignano, Silvia Giorgi –. La scuola è stata invasa da uno sbigottimento generale e tra gli alunni si è diffusa una grande ansia. L’altro ieri avrebbe dovuto svolgersi anche la recita di Natale. Ovviamente è stata annullata, insieme a tutte le verifiche e le interrogazioni. I due ragazzini si sono sempre comportati bene, raggiungendo buoni risultati; non davano segni di disagio. I genitori, però, nell’ultimo periodo, non erano stati molto partecipi".

Questa sensazione di allontanamento dalla comunità ce l’avevano in tanti nella frazione di Ripaberarda, ma non solo. "Siamo state colleghe, ma anche amiche – dice una maestra che aveva lavorato con Emanuela –. Da tempo non avevamo più contatti: si era isolata, e questa è stata forse la sua condanna".

"Ma Emanuela era una ragazza dolce, introversa e molto buona – raccontano le cugine Krizia e Diana –. Era premurosa con i figli, che amava tanto". È stata questa premura a convincerla di non denunciare il marito in caso di eventuali episodi precedenti? Se lo chiedono anche gli inquirenti, guidati dal procuratore Umberto Monti e dal sostituto Gabriele Quaranta, che ora stanno sentendo le persone che negli ultimi tempi hanno frequentato la coppia. Si vuole capire se nelle scorse settimane, ma anche più indietro nel tempo, c’erano state avvisaglie che qualcosa non andava tra i due. scatenando la furia omicida dell’uomo.

Emanuela non aveva una cattedra tutta sua. Veniva chiamata per le supplenze. L’ultima è stata dal 14 ottobre al 25 novembre, all’Isc don Giussani di Ascoli, che l’aveva destinata al plesso della frazione ascolana di Poggio di Bretta. A preoccuparla negli ultimi tempi pare fossero altri problemi familiari: aveva preso diversi permessi per stare vicino a uno dei due figli per motivi di salute. E anche per questo si era assentata l’ultima settimana dal lavoro. Questa mattina verrà eseguita l’autopsia sul corpo della donna, mentre alle 10.30 nel tribunale di Ascoli si terrà l’udienza di convalida dell’arresto di Massimo Malavolta, che ieri è stato svegliato dal reparto di Rianimazione dell’ospedale Mazzoni ma è apparso ancora in forte stato di agitazione.