Ravenna, 3 febbraio 2022 - Un’altra arma è in arrivo contro la pandemia, e la sua introduzione è prevista già nei prossimi giorni. Anche nel nostro territorio sta infatti per approdare Paxlovid, il farmaco antiCovid di Pfizer. Le compresse, pensate per essere assunte a casa da chi è malato in forma lieve o moderata, contengono due principi attivi: l’antivirale Nirmatrelvir unito al Ritonavir. Il primo riduce l’abilità del virus di moltiplicarsi e il secondo moltiplica questo effetto. Gli studi dicono che si osserva una riduzione dell’89% dell’ospedalizzazione o della morte se Paxlovid viene somministrato entro 3 giorni dall’inizio dei sintomi, e dell’88% entro 5 giorni. Nel mese successivo al trattamento lo 0,8% dei pazienti trattati col farmaco è stato ricoverato per più di 24 ore, rispetto al 6,3% di coloro che hanno ricevuto un placebo.
Paxlovid e cura Covid: al via in Emilia Romagna la distribuzione della pillola Pfizer
"Va detto che gli studi sull’efficacia sono stati fatti con la variante Delta – spiega Mauro Marabini, direttore del dipartimento di Cure primarie dell’Ausl – e vedremo come cambieranno le cose con la Omicron, che di per sé sembra dare meno problemi clinici. Sulle prime, quindi, non sarà facile stabilire quanti ricoveri abbia evitato il farmaco e quanti l’ultima mutazione del virus".
A gestire il nuovo farmaco saranno le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, in quanto Paxlovid sarà somministrato a domicilio: "E sarà destinato a quelle persone che potrebbero essere a rischio per condizioni pregresse – prosegue Marabini –. Il trattamento deve iniziare entro i primi giorni dalla comparsa dei sintomi".
Da circa un mese l’Ausl Romagna ha a disposizione un altro farmaco antiCovid: il Molnupiravir di Merck & Co. Anche in questo caso il medicinale viene somministrato a casa su indicazione delle Usca entro 5 giorni dalla comparsa dei primi sintomi su quei pazienti che, a causa di condizioni pregresse, sono più a rischio di sviluppare il Covid in forma grave. "Un mese è poco per fare valutazioni sull’efficacia di tipo clinico – dice Marabini – in compenso posso dire che il sistema funziona molto bene. Fondamentale per noi è che le positività di pazienti che potrebbero sviluppare la malattia in forma grave ci vengano segnalati in modo tempestivo per iniziare il trattamento il prima possibile, e in questo abbiamo trovato una grande collaborazione da parte dei medici di base. Dai pazienti abbiamo avuto un riscontro positivo perché il farmaco è semplice da utilizzare e non sembra dare complicanze di rilievo. Al momento la situazione generale dal nostro punto di vista appare abbastanza buona, e ciò che per noi è importante è che il sistema funzioni e dimostri di poter dare una risposta in qualsiasi momento e in tempi brevi: e questo finora è successo. Vedremo come andrà col nuovo farmaco Pfizer".