"Non possiamo affittarle l’appartamento: il proprietario vuole una famiglia" afferma l’agente immobiliare. "E cos’è per il proprietario una famiglia?" Chiede il cliente, omosessuale. "Madre, padre e possibilmente un figlio" risponde l’agente. E’ questa la storia che vede protagonista Alessandro ‘Jumbo’ Manfredini, noto art director modenese. Voleva vedere un appartamento, dove avrebbe voluto trasferirsi insieme al convivente. Ma Manfredini è stato però richiamato dall’agenzia per il dialogo di cui sopra. Quindi niente appartamento.
La vicenda ha destato stupore e sdegno in città ed è insorto il sindaco Massimo Mezzetti: "Modena deve essere una città aperta e rispettosa di ogni differenza e l’episodio raccontato da Manfredini è inaccettabile e da stigmatizzare. La famiglia è dove c’è amore, ogni altro giudizio crea un’esclusione, che in questo caso diventa omofobia, e nella nostra città non può avere spazio. Mi batterò con tutti gli strumenti a mia disposizione per contrastare questi episodi inqualificabili"
"La mia è una famiglia – sottolinea Manfredini - io e Bruno conviviamo insieme dal 2003, la nostra storia è durata 5 anni, ma visto che la convivenza era buona, abbiamo deciso di continuare a vivere insieme. Qui il problema è di etica, di valori – tuona ancora – sembra di essere tornati nel medioevo".
"Esprimiamo la più totale solidarietà a Manfredini e ci auspichiamo che il proprietario dell’immobile in questione torni prontamente sui propri passi e si scusi" - affermano Federica Venturelli, segretaria cittadina del Pd Modena, e Urania Dekavalis, responsabile cittadini per i diritti civili del Pd. Ad intervenire è anche Andrea Bignardi, ex consigliere comunale Pd e Presidente del collegio provinciale di Modena dellaFederazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, ex presidente provinciale Arcigay: "È inaccettabile che, nel 2024, ci siano ancora episodi di discriminazione contro persone straniere, omosessuali o appartenenti ad altre minoranze. Le agenzie aderenti alla FIAIP si impegnano a rispettare un rigoroso codice etico che promuove la parità di trattamento per tutti i clienti – sottolinea. In tutte le agenzie capita di trovare dei proprietari con richieste sopra le righe: dicono no a stranieri, gay, cani e bambini. Il caso piu difficile della mia carriera è stato un proprietario che, alla firma del contratto, notando che il figlio dei futuri locatari era disabile, ha strappato il contratto".
Dal canto suo ieri l’agenzia finita nella bufera ha sottolineato: "Non fa parte dello storico dell’agenzia questo tipo di discriminazione ma non ci sentiamo in colpa: noi mediamo, ci siamo limitati a riferire la volontà del proprietario".