REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Liste di attesa in Emilia Romagna, oltre un milione di esami e visite arretrati

Sistema sanitario provato dal Covid: un carico enorme di prestazioni da smaltire, Radiologia ha il primato negativo

Ospedali, a causa del Covid crescono le liste d'attesa

Ospedali, a causa del Covid crescono le liste d'attesa

Bologna, 19 gennaio 2022 - Più di un milione di prestazioni sanitarie arretrate, tra visite specialistiche ed esami. È una delle tante eredità che la pandemia di Coronavirus ha già lasciato al nostro Sistema sanitario regionale, sotto pressione da quasi due anni e che, inevitabilmente, è costretto a cedere il passo in settori considerati per forza di cose meno urgenti rispetto al contenimento del Covid-19.

Il dato – stiamo parlando di 1.166.816 prestazioni sanitarie prenotate ma non ancora eseguite alla data del 6 dicembre 2021 – riguarda tutte le aziende sanitarie, le aziende ospedaliere e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, ed è stato fornito dalla Regione al consigliere di Fratelli d’Italia Marco Lisei, che ha realizzato un’interrogazione sul tema.

Andando nel dettaglio dei numeri si scopre che non è il capoluogo regionale ad avere i problemi più grossi in fatto di arretrati, come sarebbe automatico pensare visto il più ampio bacino di popolazione (un milione di abitanti sui quattro milioni e mezzo totali dell’Emilia-Romagna). La provincia dove sono state accumulate più prestazioni sanitarie ancora da smaltire è Reggio Emilia con 185.973 unità, cifra che in proporzione supera anche quello dell’Ausl unica della Romagna, dove invece le visite e gli esami arretrati sono 394.716 (da spalmare però sulle province di Ravenna, Forlì–Cesena e Rimini).

Dati allarmanti arrivano anche da Parma, con 165.731 prestazioni arretrate e pure da Modena, che invece ne conta 142.232. Subito dopo si piazza Ferrara (103.229), seguita da Bologna (91.450) e Piacenza (61.461). Chiude la classifica il Circondario imolese, con 22.024 visite ed esami specialistici prenotati ma ancora non eseguiti.

In termini assoluti, la prestazione in cui le liste d’attesa assumono contorni tendenti davvero all’infinito è la radiologia dell’Ausl Romagna, con 81.092 prenotazioni ancora da smaltire. La stessa branca specialistica è in cima anche alla classifica delle prestazioni con più arretrati di Modena (39.285) e Reggio Emilia (38.579) ed è quella, in generale, che figura al primo posto in tutte le singole province.

Una tendenza similare si nota per Oculistica, la seconda specialità medica dove ovunque le liste d’attesa sono davvero corpose: si va dalle 44.016 prestazioni ancora da erogare in Romagna alle 25.043 di Reggio Emilia, alle 14.071 di Parma e alle 13.738 di Ferrara. Non ovunque, però, Oculistica occupa il secondo posto in fatto di ritardi. In alcune province, infatti, questa particolare casella è occupata dalle prestazioni di Cardiologia: è il caso di Parma con 30.423 prestazioni e di Modena (18.074), mentre a Bologna visite ed esami di Cardiologia sono leggermente dietro a quelle di Oculistica (11.935 contro 11.895).

"È spaventoso leggere questi numeri che raccontano molto della nostra sanità – commenta il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marco Lisei –. Da un lato i poveri cittadini, stretti tra la morsa della burocrazia del Covid e in attesa per mesi di fare visite salvo non essere costretti a rivolgersi al privato. Dall’altro un sistema sanitario in difficoltà, nel quale ci sono gli sforzi dei tanti professionisti, sanitari, medici, infermieri e tecnici, mal pagati, sfiniti dagli straordinari e senza ferie, che non vanno sempre di pari passo con quelli dei mega dirigenti. Quella del recupero delle liste di attesa e delle prestazioni sanitarie arretrate rappresenta una vera e propria emergenza, su cui come FdI abbiamo fatto più di una proposta: gli investimenti in sanità non possono tradursi solo in edilizia sanitaria, ma devono partire da un potenziamento e da una valorizzazione del personale oltre che ovviamente da una gestione meno caotica della pandemia".