VALENTINA REGGIANI
Emilia Romagna

Legato, rapinato e ucciso: prima condanna a 18 anni

Nessun pentimento; nulla che abbia mai fatto trasparire un briciolo di umanità. Diciotto anni di carcere: è questa la condanna...

Nessun pentimento; nulla che abbia mai fatto trasparire un briciolo di umanità. Diciotto anni di carcere: è questa la condanna pronunciata ieri mattina in tribunale a Modena nell’ambito del processo con rito abbreviato nei confronti del ragazzo rumeno di 22 anni, accusato dell’omicidio in concorso di Alessandro Gozzoli, il 41enne di Bazzano (nel Bolognese) trovato morto all’interno del suo appartamento di Casinalbo (Modena) il 10 marzo 2023. La vittima fu trovata nel letto, con mani e piedi legati: morì per asfissia meccanica acuta per un’azione così violenta che gli provocò la rottura della trachea. Le indagini avevano ricostruito come a compiere il delitto, a scopo di rapina, erano stati i due giovani romeni, arrestati all’estero. Per il 22enne è arrivata ieri la condanna (la procura aveva chiesto la medesima pena), pronunciata dal giudice Carolina Clò. A processo, però, dinanzi alla Corte D’Assise c’è anche l’amico 21enne dell’imputato, che ha scelto appunto il rito ordinario e la prossima udienza è prevista per il 21 gennaio, data in cui saranno sentiti i teste della difesa. "Non ha mai mostrato alcun pentimento, in nessuna udienza. La sentenza non colma il dolore per la perdita di Alessandro, ma la parte civile reputa che un po’ di giustizia è stata fatta - ha dichiarato ieri l’avvocato della difesa, Rita Nannetti uscendo dal tribunale, con accanto la sorella della vittima. "La sua mancanza è una ferita che non si rimargina, un vuoto che si fa sentire ogni giorno, in ogni piccolo gesto, in ogni silenzio che prima era riempito dalla sua presenza. Eppure, nel dolore, ci rimane il conforto dei ricordi, di tutto ciò che ha rappresentato per noi. Mio fratello non era solo una persona straordinaria, ma un dono per chiunque lo abbia conosciuto. La sua vita, seppur troppo breve, è stata una lezione di amore, dedizione e gioia"- ha dichiarato la sorella della vittima, Simona. "Mio fratello Alessandro era una persona dal carattere allegro, capace di trasformare anche le giornate più grigie in momenti di gioia. Anche se non è più fisicamente con noi, so che continua a vivere nei nostri cuori, nei ricordi che custodiamo gelosamente". Dagli accertamenti dei militari era emerso come quella notte i due amici si fossero recati nell’abitazione della vittima. Durante la serata, nell’ambito di un rapporto sessuale gli indagati avevano immobilizzato il 41enne, bloccandogli le gambe con lacci al letto e legandogli i polsi dietro alla schiena. Con estrema violenza i due amici lo avevano poi ucciso soffocandolo. Le indagini condotte nell’immediatezza dall’Arma avevano messo in luce come gli imputati si fossero allontanati poco dopo a bordo della Lancia Y della vittima, dopo aver ripulito l’abitazione di pc, carte di credito e orologi.