Rabbia e delusione. Il giorno dopo il decreto del governo che proroga la scadenza delle concessioni demaniali al 30 settembre 2027, i bagnini masticano amaro. "Un passo indietro anche rispetto alla legge 118 del 2022 del governo Draghi" tuona Legacoop Emilia Romagna alla quale fanno riferimento 14 cooperative di bagnini da Lidi Estensi a Cattolica. La proroga non porta il sorriso, "anche perché era ormai chiaro che i bandi andavano fatti, tant’è che avevamo chiesto ben altro al governo" puntualizza Mauro Vanni presidente di Confartigianato Imprese balneari. La categoria del balneari aveva puntato con decisione sul tema degli indennizzi per quei concessionari che avessero perso lo stabilimento. Ma "non viene preso in considerazione il valore d’impresa" ribattono un po’ tutti, da Vanni a Legacoop, Cna Balneari, Sib Confcommercio fino ad arrivare ai singoli bagnini.
Nel decreto si parla di indennizzi per ammortizzare gli investimenti fatti nell’arco degli ultimi cinque anni. Ma chi "può avere investito nell’ultimo quinquennio caratterizzato da pandemia, crisi economica, guerre e alluvione", si chiede Riccardo Ripa del Sib riminese.
Intanto Legacoop, a fronte di un decreto che non soddisfa, spera "che si possa dialogare e migliorare. Le linee guida proposte di recente dalla Regione rappresentano già un punto di riferimento per superare molti di questi limiti". La Regione non si chiama fuori, al contrario l’assessore al Turismo Andrea Corsini sottolinea "le bugie del governo, oggi smascherate. Per due anni hanno alimentato le false speranze dei balneari, ed ora l’inganno è sotto gli occhi di tutti". Le gare si faranno, ma restano da chiarire alcuni punti del decreto, e quello sugli indennizzi è il principale. Il decreto richiede perizie per ogni singolo stabilimento prima che venga fatta la gara. Ma i criteri per le perizie andranno individuati in un decreto che il ministero delle Infrastrutture, assieme a quello dell’Economia e finanze dovrà emanare entro il 31 marzo del prossimo anno. "Ho speso 600mila euro per fare le fogne, senza contare il resto - racconta Fiorenzo Pucci, dei bagni Agata a Pesaro -. Voglio capire come va calcolato l’indennizzo". Intanto la bocciatura del provvedimento del governo è un coro che dai lidi estensi attraversa la riviera romagnola arrivando a Cattolica, e non si ferma. Delusi anche i bagnini marchigiani. "La proroga non risolve nulla" dice da San Benedetto Giuseppe Ricci presidente di Itb, Imprenditori turistici balneari. "Dopo che sarà entrata in vigore la norma i Comuni potranno avviare le aste". Sono diversi i sindaci che ci stanno pensando. I municipi vedono il bicchiere mezzo pieno. Come prima cosa i sindaci incassano la proroga con un sospiro di sollievo perché ora i bandi potranno essere organizzati in un lasso di tempo più ampio e con procedure meno frettolose. "Gli uffici tecnici erano già oberati di lavori per chiudere i bandi del Pnrr, così avremo più tempo" ammette il sindaco di Bellaria, Filippo Giorgetti. C’è anche chi ha fretta. A Rimini l’obiettivo è fare i bandi il prima possibile per avviare gli investimenti sull’arenile. Ma prima il decreto dovrà fare il suo corso in Parlamento e dalla Regione l’assessore Corsini è pronto a "consegnare al governo il nostro documento".