Bologna l’anno scorso ha rinnegato il porta a porta in centro storico ripristinando i cassonetti, Pesaro ha corretto il tiro affidandosi ai contenitori intelligenti, Ferrara ripudia la calotta con la maniglia per riesumare il caro vecchio pedale, Modena scomunica i sacchi per strada pensando a carrellati e mini-bidoncini.
I sistemi di raccolta rifiuti in Emilia Romagna e nelle Marche sono mutevoli, vivono in balia degli umori delle popolazioni e dei rispettivi sindaci a caccia di un centro di gravità permanente. Anche nelle giunte più spinte a sinistra e sensibili all’ambientalismo organizzato, si parla sempre meno del porta a porta.
A Modena, per dire, l’appena eletto Massimo Mezzetti, sindaco-profeta della ‘città gentile’, ha trovato parole in effetti assai cortesi per incenerire il modello del suo predecessore Gian Carlo Muzzarelli a base di sacchi gialli e blu, e cassonetti per l’indifferenziata che si aprono con la carta smeraldo: "Ha prodotto un sensibile aumento della percentuale della raccolta differenziata", concede. Epperò "in diverse zone i cittadini ci chiedono di introdurre modifiche perché hanno oggettive difficoltà, con problemi che riguardano anche il decoro urbano e l’igiene della città". È vero insomma che la cura a tappe forzate di Muzzarelli ha fatto impennare la raccolta differenziata dal 61 al 78 per cento nel giro di pochi mesi. Ma si è attirata pure lo sgomento dei cittadini di fronte al degrado dei rifiuti, nei sacchi e non, per strada, certificato da un sondaggio di Federconsumatori dell’estate del 2023 secondo il quale l’80 per cento dei modenesi riteneva la città più sporca. "L’operazione è riuscita, ma il paziente è morto", sintetizza brutalmente un esponente di primo piano del Partito democratico locale, che si augura il cambio di rotta.
L’amministrazione comunale ha convocato Hera e a settembre le parti si rivedranno per avviare un tavolo tecnico dopo il quale, tempo un mese, comincerà la ‘rivoluzione’ a forza di mini-bidoni condominiali, carrellati mobili da posizionare dove occorre, moltiplicazione di isole ecologiche. Soprattutto "tanti confronti con i cittadini zona per zona per trovare insieme la soluzione più adatta al quartiere".
Parte dell’opposizione, la lista civica legata alla cardiologa Maria Grazia Modena su tutte, invoca il ‘modello Forlì’ "dove c’è un vero porta a porta, non la raccolta mista stradale che si fa a Modena", che ha consentito una differenziata di oltre l’80 per cento e un riciclo per alcuni materiali stabilmente sopra il 90 quando non il 100 per cento.
E chissà che non si trovi la formula magica anche per frenare gli abbandoni indiscriminati di sacchi per strada o dove capita: diversi cittadini non hanno ritirato la carta smeraldo, l’hanno persa, temono che utilizzandola aumenti la Tari ("piuttosto tengo l’immondizia in freezer così la butto meno volte a settimana..."), non vogliono far sapere cosa c’è dentro il proprio pattume. Hera proprio ieri ha annunciato che invierà 7mila lettere per sollecitare il ritiro dei kit a coloro che per qualche ragione mancano all’appello ormai da tempo. Un allineamento necessario in vista della prossima tappa, l’introduzione della Tariffa puntuale: si paga solo quello che si conferisce. Così, almeno nelle aspettative degli amministratori, si potrà arrivare anche a ridurre la Tari. Sempre che nel frattempo non si decida di cambiare ancora una volta il sistema di raccolta.