MARIATERESA MASTROMARINO
Premio Mascagni

Kreizy, ti ricamo il futuro: "Il nuovo modo di fare moda"

L’azienda bolognese personalizza abbigliamento e accessori. Il ceo: "Siamo giovani, il 60% donne"

Kreizy, ti ricamo il futuro: "Il nuovo modo di fare moda"

Riccardo Dall’Aglio, fondatore e ceo di Kreizy, azienda specializzata in ricamo e servizio di personalizzazione su abbigliamento e accessori

Bologna, 10 settembre 2024 – Il futuro delle nostre imprese è in mano ai giovani. E quando sono proprio i giovani, già nel presente, a rimboccarsi le maniche e a costruire da zero il loro destino, allora il ricambio generazionale non fa così paura. Tra i virtuosi c’è Riccardo Dall’Aglio, fondatore e ceo di Kreizy, attività specializzata in ricamo e servizio di personalizzazione su abbigliamento e accessori. Una giovane realtà bolognese, nata nel 2017 grazie alla vittoria di un bando e cresciuta nel tempo.

Dall’Aglio, com’è stato il percorso?

"Desiderato è la parola più adatta. All’inizio non avevo nemmeno qualcuno che potesse farci da garante, quindi siamo partiti da zero. Con un’altra persona, abbiamo deciso di seguire una ricerca di mercato per capire in che direzione muoverci. E da lì ci siamo lanciati nel mondo della moda, creando soluzioni personalizzate nel mondo B2C".

Perché il bando vi ha premiato?

"Abbiamo ottenuto tremila euro, con l’idea di lavorare sui capi usati dei privati, ricamandoli. E la prima macchina da ricamo siamo riusciti ad acquistarla partecipando alle sagre di paese".

Poi cos’è cambiato?

"Nel 2022 una diversa visione del business mi ha portato a diventare socio unico. Mi sono ritrovato a dover affrontare la crescita aziendale da solo. Ho preso in mano le redini dell’azienda, abbracciando il mercato B2B, che ci ha dato modo di farci conoscere".

E ora?

"In un anno ci siamo trasformati, raggiungendo quota 12 dipendenti, aumentando i macchinari e introducendo anche la sartoria. In questo modo garantiamo un servizio completo al cliente, con il quale creiamo un rapporto diretto e stimolante, basandoci su ricerca e sviluppo. Al momento, contiamo circa 40 clienti".

Il vostro è un mercato di nicchia?

"E’ complesso, soprattutto ora, perché la disponibilità di spesa è bassa e indirizzata verso altri acquisti, non verso il settore moda. Ma da qualche mese abbiamo diversificato l’offerta, proponendo prodotti per diversi settori: dai trasporti, all’automotive fino al turismo, proponiamo accessori di sartoria abbinate al ricamo".

Il team, quindi, è diviso per settori.

"Abbiamo una sezione sartoriale, una che crea impianti da ricamo e della loro produzione; poi ci sono i grafici che curano proposte e ricerca e sviluppo, e altri impiegati che si occupano dell’amministrazione, gestione ordini e sezione commerciale. L’età media è 33 anni e il 60% del team, multiculturale, è composto da donne".

Che attenzione date all’ambiente?

"Il progetto di upcycling è innovativo e diamo vita a materiali di scarto o invenduti. Ma l’obiettivo è raggiungere emissioni zero, siamo incentivati anche dai nostri consumi, che sono già bassi. I nostri scarti sono pochi, tra questi c’è lo stabilizzatore, ossia il tessuto che non viene tessuto, ma che funge da supporto al ricamo. Attraverso il progetto Turtle di Unibo e il Centro di Ricerca di Busto Arstizio, vogliamo trasformare il materiale in filato o come nuovo stabilizzatore per rimetterlo sul mercato".