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Influenza e Covid, picco a Natale: come proteggersi

La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici: "Siamo a livelli che non ci aspettavamo". Pronto soccorso già allo stremo: +50% accessi

Bologna, 12 dicembre 2022 - Tutti a letto con l'influenza. Nell'ultima settimana l'influenza 'australiana' ha colpito 943 mila italiani tra adulti e bambini, arriva il grido d'allarme della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) e dalla Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza (Simeu) che avvertono sulla situazione epidemica in peggioramento e per cui, visti i livelli raggiunti, si prevede il picco per Natale. 

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Influenza e Covid, Fnomceo: come proteggersi

"La situazione epidemica dell'influenza sta peggiorando. L'epidemia è in fortissima ascesa, il picco non è stato raggiunto e ci aspettiamo che si raggiungerà intorno a Natale o dopo. Ma siamo già a livelli che realmente non ci aspettavamo, almeno per questo periodo. Questo significa che un bel po' di gente starà a letto nel periodo delle feste. E l'unica maniera per poter evitare - di finire nella rete dei virus stagionali - rimane la vaccinazione. L'altra misura è usare il più possibile la mascherina". A dirlo è Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, che fa il punto sull'andamento di questa intensa stagione influenzale. Il presidente lancia così, ancora una volta, un appello a proteggersi per mezzo del vaccino e mascherine dove serve.

"Quello di indossarla - osserva - dovrebbe essere un atto di responsabilità da parte di tutti coloro che hanno una sintomatologia influenzale ed è anche l'unica maniera per evitare di far circolare nell'ambiente quantità di virus, e quindi ridurne la diffusione". Secondo l'ultimo monitoraggio, ricorda Anelli, "siamo a 16 casi per mille assistiti. Siamo saliti di circa 3 punti rispetto alla settimana scorsa. Quindi l'influenza è in forte ascesa. E sugli ospedali l'impatto ora comincia a sentirsi. Quello che temiamo però è che la diagnosi differenziale fra Covid e influenza è veramente difficile sul piano clinico e quindi in tutti questi casi sarebbe opportuno fare sempre il tampone per sapere di quale delle due infezioni si tratta". 

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"L'influenza rispetto al Covid dà meno problemi, perché ha un indice di mortalità molto più basso, ma ha come svantaggio quello di avere costi sociali molto elevati, perché vediamo che la febbre molto alta dura più giorni, da 3 a 8, e veramente non si riesce ad andare a lavorare perché dà una profonda astenia. Le persone colpite alla fine sono costrette a rimanere a lungo a casa". "L'invito è ancora a fare il vaccino contro l' influenza ed è rivolto a tutti", anche per mettere al sicuro il Natale. Considerando oltretutto che la vaccinazione è disponibile in tutta Italia, si può fare dal medico di medicina generale, ed è gratuita per over 60, malati cronici o per chi lavora nei servizi essenziali come gli operatori sanitari.  E a chi si dice scettico sul vaccino come forma di prevenzione anti-contagio, Anelli risponde che "il vaccino per l'influenza in realtà funziona. Funziona nei confronti dei virus dell'influenza - chiarisce - Non è che uno si fa il vaccino e per magia non ha più tutte le malattie infettive delle alte vie respiratorie. Ci sono tutta una serie di virosi in giro in questi giorni. Ci sono le malattie da adenovirus e molte altre forme, ma rispetto all' influenza sono più benevole, danno meno problemi e meno giorni di febbre".

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Influenza e Covid, Simeu: pronto soccorso allo stremo

"Influenza e Covid stanno mettendo allo stremo i pronto soccorso, con criticità non più localizzate ma diffuse anche in regioni considerate virtuose. Gli accessi si sono intensificati di circa il 50% rispetto a quanto vedevamo a settembre". A spiegarlo è Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza e direttore del pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria di Torino, che precisa: "le difficoltà non possono che peggiorare nelle prossime settimane. Ci aspettiamo il picco durante le feste, quando avremo più pazienti anziani ma anche più colleghi ammalati e quindi la necessità di coprire più turni con lo stesso personale, già ora scarsissimo".

La situazione "è drammatica un po' ovunque non più localizzabile solo in regioni come Lazio, Sardegna, Piemonte, Campania, Lombardia, ma anche in Veneto, Emilia Romagna, Toscana o Friuli Venezia Giulia", spiega De Iaco.