Bologna, 10 ottobre 2023 – Il caldo non aiuta la moda che deve fare i conti con un meteo fuori stagione. C'è chi fa ancora il bagno al mare con un clima quasi estivo. E per chi ama la spiaggia pensare a un abbigliamento autunnale o invernale è difficile con queste temperature. Il settore moda, però, va in difficoltà tra rinvio degli acquisti della clientela e il calo delle vendite.
Maglie e giubbotti per ora non rappresentano un acquisto appetibile.
Sia per l’uomo che per la donna. Quindi calano le vendite a fronte di spese fisse, tasse e mutui dei commercianti. Negozianti ancora una volta in ginocchio.
“Questo caldo persistente in pieno ottobre è un’autentica emergenza – dice il presidente regionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giammaria Zanzini – per le conseguenze che porta al commercio di moda al dettaglio. I primi dati del sondaggio proposto alle aziende associate non lasciano dubbi.
L’Emilia Romagna non si discosta dal dato nazionale: a settembre calo delle vendite del 6%. I negozi di moda sono alle prese con il drastico rinvio degli acquisti di maglieria, giacche, giubbotti, calzature e abiti invernali, sia per la donna che per l’uomo. La stagione estiva sarebbe finita dal punto di vista della proposta commerciale, ma quella meteorologica sta mettendo una volta di più in ginocchio i nostri negozi, che devono fare i conti con magazzini sempre più pieni e assortiti, a cui vanno aggiunte le criticità finanziarie legate a scadenze, tassi di mutui e prestiti e costi energetici alle stelle, affitti che seguono l’impennata dell’inflazione, alto costo del personale". A lanciare l'allarme Federazione Moda Italia – Confcommercio: "Riteniamo fondamentale mettere sul tavolo della discussione il patto di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali. I rialzi di listino e il mantenimento dei budget dettati dall’industria della moda potrebbero a brevissimo non essere più economicamente sostenibili dai commercianti e dagli stessi consumatori, alle prese con i rincari generalizzati".
Occhi puntati anche su spacci aziendali e outlet. "Fondamentale e urgente puntare su una regolamentazione delle vendite al dettaglio del settore moda, a cominciare da spacci aziendali, outlet, temporary store, ma anche il cosiddetto parallelo, fino alle ultime embrionali forme di vendita predatorie come sample sale, friend&family sale, private sale che si tengono solitamente in showroom, opifici o spazi adattati.
Da questo punto di vista siamo soddisfatti che si stia avviando alla conclusione una normativa sugli outlet, da noi ampiamente richiesta, che potrebbe andare nella direzione auspicata. Se non si metteranno regole uguali per chi opera nello stesso mercato – concludono -, i negozi di prossimità che già a fatica contrastano la sfida impari con una grande distribuzione in costante ampliamento, non riusciranno a sopravvivere a questo tipo di concorrenza.
Infine ci aspettiamo che venga mitigato l’impatto delle imposte, a partire da una revisione della Tari che per il nostro settore chiediamo venga calcolata sulle superfici di vendita e non sui magazzini, dando una boccata d’ossigeno al settore".