REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Green pass obbligatorio per i dipendenti: sì di Bonaccini

L'idea del presidente espressa a margine di un convegno al Meeting di Rimini. "Continuare a vaccinare"

Il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Rimini, 21 agosto 2021 - "L'obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro? Sarei d'accordo". A margine di un convegno al Meeting di Rimini 2021, il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini torna a parlare della certificazione verde. "Nessun paese ha imposto l'obbligo vaccinale per tutta la popolazione, ma auspico un confronto tra Regione Governo sull'ipotesi di estendere il Green pass a tutti i dipendenti nei luoghi di lavoro". Questa la posizione espressa dal presidente, che ancora una volta ha invitato tutti a vaccinarsi. Sull'esempio di quanto detto ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Matterella nel suo video messaggio per la giornata inaugurale del tradizionale Meeting di Comunione e Liberazione. Sempre ieri, e sempre al Meeting, Bonaccini aveva parlato di vaccini e Green pass, commentando gli atti vandalici alla Fiera di Cesena e in alcuni hub nel Ravennate. "Non ci facciamo intimidire. Siamo più forti di certi cogl...i", aveva detto il presidente. 

Green pass obbligatorio per i dipendenti: a Cesena l'azienda chiede il tampone

Sul tema green pass obbligatorio nei posti di lavoro, è notizia di ieri che un'azienda di sementi del Cesenate, la Suba Seed, imporrà il tampone a tutti i dipendenti che non abbiano completato il ciclo vaccinale. Ciò a partire dal 23 agosto. Nello specifico, il test dovrà essere eseguito ogni 72 ore e costerà 25 euro. Tale somma verrà scalata di volta in volta dallo stipendio di ciscun lavoratore

La vicenda è stata portata alla luce dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. "Non c’è alcuna norma che autorizzi i datori di lavoro a prendere provvedimenti su questioni di salute pubblica, che devono rifarsi esclusivamente a leggi dello Stato e non a regolamenti interni. Dopodiché, la procedura indicata, che specifica addirittura il laboratorio dove le lavoratrici e i lavoratori dovranno recarsi per i tamponi, viola le più basilari norme sulla privacy, con l’aggravante del costo tutto a carico dei dipendenti  (“fino alla fine della pandemia”, si legge)", ha scritto le tre sigle in una nota di protesta.