Bologna, 27 luglio 2023 – Il Superbonus 110: da sogno a incubo. L’incentivo statale per i lavori edilizi di ristrutturazione delle case era considerato un grande affare perché non solo permetteva di recuperare fiscalmente tutti i soldi spesi per le ristrutturazioni, ma addirittura di guadagnarci. Poi però i crediti fiscali maturati per i lavori sono rimasti incagliati perché nessuno li comprava e da quel momento sono iniziati i problemi. Infatti, le famiglie si sono indebitate dopo aver anticipato i soldi per i lavori del Superbonus 110.
Sono gli 'Esodati 110', che anche in Emilia-Romagna stanno lanciando l'allarme. La questione infatti sta ricadendo di fatto solo sulle spalle dei cittadini, mentre il discorso sembra non toccare le imprese per cui sono già state trovate delle soluzioni in questi mesi. Un tema insomma che sta toccando da vicino un territorio che in queste settimane ha dovuto anche fare i conti con alluvioni e maltempo e conseguenti danni anche al patrimonio edilizio.
Per questo stamattina il comitato regionale degli esodati ha 'bussato', a Bologna, alla porta della Regione per chiedere di attivarsi il prima possibile con il Governo a livello nazionale e intanto mettere le basi per un tavolo regionale insieme alle banche e alle imprese e per sbloccare la cessione del credito. Riuniti in presidio i manifestanti hanno incontrato alcuni consiglieri regionali, come Silvia Zamboni (Europa verde), Andrea Costa (Pd), Stefano Bargi (Lega) e Marco Mastacchi (Rete civica), tenendo il punto e raccontando le storie delle persone rimaste loro malgrado coinvolte in questo stallo.
Tra i cinque-sei miliardi di crediti fiscali del Superbonus rimasti incagliati nella sola Emilia-Romagna, come ricorda il comitato riportando i dati di Enea (numeri per difetto, visto che tra l'altro non comprende la fetta del Sisma bonus), ci sono infatti anche tanti cittadini che sono rimasti senza un soldo perché hanno anticipato la quota dei lavori che sarebbe dovuta andare in detrazione e che con il blocco della cessione sono sommersi dai debiti.
"Nella sola nostra chat siamo più di 200- tira le somme Giuseppe Volpe, portavoce del comitato- siamo allo stremo, e sembra che aspettino che qualcuno molli". In più c'è anche il problema della capienza fiscale, che quasi nessuno ha così elevata da poter inserire i lavori effettuati nella dichiarazione dei redditi: una soluzione destinata solo ai "pochissimi che se lo possono permettere", creando anche "discriminazione" a scapito dei meno capienti. Tra gli esodati infatti i profili sono trasversali: si va dall'insegnante precario, al geometra, fino ad arrivare al medico. Tutti beffati dal cambio in corsa delle regole. E tra i rischi, denuncia sempre il comitato, c'è anche quello di esporsi a forme di 'strozzinaggio'. C'è infatti chi si offre di acquistare "solo il 60, 70% del valore complessivo maturato dal 110%, e alcuni sono scesi fino al 55%", per poi recuperare dallo Stato tutto il resto, facendo leva sulla disperazione di chi non ha più soldi da parte. Queste 'proposte' arrivano dalle banche, ma anche da annunci sospetti che girano sui gruppi Facebook dedicati al tema. Oppure, c'è chi dettato dalla necessità è costretto a "mettere in vendita le nostre case in cantiere, ancora non completate, e poi arrivano gli sciacalli che le comprano alla metà del valore".
Per questo "chiediamo che almeno gli interventi in corso vengano sbloccati e conclusi- auspica Volpe- e che la Regione si faccia garante dell'operazione con le banche e gli istituti di credito, magari triangolandosi con le grandi imprese e cooperative". La speranza è che l'Emilia- Romagna possa seguire il solco tracciato ad esempio dalla Basilicata, che con un progetto di legge recentemente approvato dal Consiglio regionale dà agli enti pubblici economici regionali e alle società partecipate la possibilità di acquistare i crediti di imposta relativi a Superbonus, bonus facciate, ecobonus e bonus ristrutturazioni.