Emilia Romagna, la spesa è un salasso: tra le regioni dove costa di più

L’indagine annuale di Altroconsumo sulla convenienza di iper, supermercati e discount. Gli emiliano-romagnoli, pur essendo tra quelli con i redditi familiari più alti, sono anche coloro per cui il carrello incide di più sullo stipendio. Ma risparmiare è possibile: ecco come

Emilia Romagna tra le regioni in cui il carrello della spesa incide di più sui redditi familiari, lo rivela l'indagine di Altroconsumo

Emilia Romagna tra le regioni in cui il carrello della spesa incide di più sui redditi familiari, lo rivela l'indagine di Altroconsumo

Bologna, 3 settembre 2024 – Spesa al supermercato, quanto mi costi? Non poco, i nostri carrelli sono sempre più cari. E l’Emilia Romagna è tra le regioni dove si spende di più: per la precisione l’8% in più rispetto alla regione più economica, il Trentino Alto-Adige. Il dato emerge dall’indagine di Altroconsumo, che da 35 anni confronta i prezzi dei supermercati per aiutare il consumatore a scegliere il punto vendita in cui fare la propria spesa e contribuire alla trasparenza e alla competitività del mercato. E gli emiliano-romagnoli, pur essendo tra quelli con i redditi familiari più alti, sono anche coloro per cui il carrello incide di più sullo stipendio

La classifica delle regioni più e meno care

 Altroconsumo ha calcolato anche la spesa annua per regione considerando la spesa media delle famiglie italiane al supermercato (Istat, 2023) e i prezzi rilevati in tutti i punti vendita visitati. Il Trentino Alto-Adige è la regione più economica, seguita da Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Calabria e Toscana. Le più care sono Valle d’Aosta, dove si spende il 16% in più della regione più economica, Lazio (+10%), Umbria e Marche (+9%) e, appunto, Emilia Romagna (+8%).

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La spesa incide sul reddito tra il 12% e il 14%

La spesa sul reddito pesa dal 12% al 14% nelle regioni con il reddito familiare annuo più alto (50-58mila euro), cioè Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio. Mentre pesa dal 16 al 17% nelle regioni con il reddito familiare annuo più basso (40-43mila euro), cioè Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna e Sicilia. In quelle più povere, quindi, si spende fino al 5% in più del proprio bilancio rispetto alle regioni più ricche: a fronte di redditi molto più bassi i prezzi rilevati erano comunque simili o anche superiori rispetto a quelli delle regioni più ricche.

Come risparmiare oltre il 35%

Nonostante l’aumento dei redditi (+4,7%), il potere d’acquisto degli italiani si è ridotto di un ulteriore 0,5%, dopo la netta contrazione (-1,8%) registrata nel 2022, con conseguente erosione del risparmio delle famiglie. Grazie ai dati di Altroconsumo, infatti, una coppia con 2 figli, che spende mediamente 9.128 euro l’anno (dati Istat 2023) può arrivare a risparmiare fino a 3.400 euro acquistando i prodotti in assoluto più economici in vendita nel discount più conveniente. Ma anche un single può ottenere un risparmio significativo di 2.100 euro su una spesa media annuale di 5.548 (dati Istat 2023). In entrambi i casi si tratta di un risparmio di oltre il 35%.

L’indagine

L`indagine di Altroconsumo - effettuata dal 4 marzo al 31 marzo 2024 in ben 1.140 negozi distribuiti in 65 città italiane - misura il posizionamento di prezzo dei punti vendita e delle catene della GDO sulla base di 4 possibili panieri di spesa (prodotti di marca, a marchio commerciale, più economici e misto), sintetizzando l`analisi di 1.400.000 prezzi di tutti i prodotti presenti a scaffale in 126 categorie di prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona e alimenti per animali. La tipologia di punto vendita che ha aumentato maggiormente i prezzi sono i super con un incremento dell’1,74% seguiti dagli Iper +1,6%. Chiudono i discount che, con lo 0,25% di aumento, praticamente non hanno variato i prezzi. Si tratta quindi di incrementi molto contenuti.

Le catene più convenienti

Tra iper e super, la catena più conveniente (indice 100 in classifica) è Famila Superstore. Conad e Pam seguono a una certa distanza, 104 punti, quindi con prezzi rilevati più alti del 4%; penultimo e ultimo posto, invece, per Bennet e Carrefour Market (a +10% e +11%). Quanto ai discount (in una classifica separata, non avendo lo stesso assortimento di marche), anche In’s conferma la vetta del 2023, seguito a distanza di un solo punto da Eurospin. Il più caro è invece Penny Market (che nel tempo ha anche perso quote di mercato): la spesa mista è costata ben il 13% in più rispetto al vincitore In’s.

Tra i discount quest’anno la prima posizione va a Lidl, piuttosto diffuso. Nel 2023 il vincitore era stato In’s, che comunque resta abbastanza alto in classifica nel 2024, anche se con prezzi a + 4% dalla vetta. Bene anche in questa graduatoria Eurospin: il primo rivale di Lidl è a un solo punto dal concorrente per i prezzi dei prodotti più economici.  

Le città dove si risparmia di più

Oltre che per i punti vendita più e meno economici, le differenze tra Nord e Centro-Sud emergono anche su altri fronti: a livello regionale e nelle singole città. Quanto a queste ultime, nelle località del Nord di solito è maggiore anche la possibilità di risparmio tra un punto vendita e l`altro; le prime dieci città per i risparmi possibili, eccetto Roma e Firenze, sono tutte in regioni settentrionali. Nella più conveniente, anche quest’anno Cremona, il risparmio sarebbe arrivato al 25% nel negozio meno caro visitato rispetto a quello più caro. Seguono, ma a grande distanza, Como, Roma, Verona e Milano con un risparmio intorno ai 1.300 euro annui (del 17-18%). Le città con i risparmi più bassi (0,2% e 0,9%, meno di 100 euro) sono Reggio Calabria e Catanzaro (ma c`è anche da considerare che, come in altre città, è stato concesso di rilevare i prezzi solo in pochi punti vendita); tra le peggiori anche Teramo, Napoli e Savona, con un risparmio inferiore al 3%, intorno ai 200 euro.