GIOVANNI DI CAPRIO
Economia

Emilia Romagna, il Pil cresce più di quello italiano. Bologna e Modena le locomotive

I dati Unioncamere: la nostra regione è una delle migliori in Europa per accelerazione dello sviluppo. Antonio Patuelli: “L’alluvione? Servono norme speciali”

Economia: l'Emilia Romagna resta una delle regioni più attive d'Europa secondo i dati Unioncamere

Economia: l'Emilia Romagna resta una delle regioni più attive d'Europa secondo i dati Unioncamere

Bologna, 26 settembre 2024 – L’Emilia Romagna ha una crescita del Pil dell’1,1% del 2024 a fronte di uno 0,8% sul piano nazionale. È quanto emerge dall’indagine di Unioncamere E-R sull’economia regionale, dati presentati questa mattina nella sede di via Aldo Moro con la partecipazione di Antonio Patuelli, presidente Abi (Associazione bancaria italiana).

“I dati dimostrano che l’Emilia-Romagna è una delle principali regioni d’Europa per accelerazione dello sviluppo, e per crescita sociale ed economica. Inoltre, è la Regione in Italia dove il pluralismo bancario si è più evoluto, con anche una presenza di istituti internazionali sul territorio. Le zone economiche più forti sono in Emilia, una terra solida e ricca. Ferrara, Parma, Modena e Bologna sono formidabili a livello europeo. Mentre la Romagna è la California d’Italia. Occorre essere consapevoli che si può crescere tutti insieme utilizzando tutte le nostre potenzialità a disposizione”, apre Patuelli.

Si passa poi a parlare dell’alluvione: “Abbiamo un terreno che ha delle peculiarità che nessuno ha – analizza Patuelli –. Dunque, abbiamo bisogno di normative speciali per cambiare la situazione dei nostri argini plurisecolari e novecenteschi”.

La Regione è la terza area d’Italia a essere cresciuta maggiormente dal 2015, dietro alla Lombardia e al Trentino Alto-Adige. Inoltre, se per la Lombardia c’è Milano che vale il 47% del Pil lombardo, Bologna vale il 26% del Pil emiliano-romagnolo. Mentre Parma è la provincia maggiormente cresciuta d’Italia per variazione del valore aggiunto. In seguito è Guido Caselli vicesegretario generale Unioncamere Emilia-Romagna “a presentare lo scenario regionale del 2024 e del 2025 del Pil per i vari settori dell’economia, export, occupazione e investimenti”, racconta Caselli. Come detto, la Regione è in crescita dell’1,1% sia nel 2024 e nel 2025.

A guidare il 2024 è l’agricoltura, in crescita nel 2024 del 5,2% (dopo un -10% del 2023, dovuto alle difficoltà dell’alluvione), è previsto però un calo del 2,6% nel 2025. In lieve calo c’è solo l’industria: -0,4% nel 2024 ma in aumento nel 2025, 1,5%. Bene l’export (+0,6% nel 2024), l’occupazione (+1,8% nel 2024), investimenti (+2,1% nel 2024) e i servizi (+1,7% nel 2024). “Siamo attrattivi e innovativi. A Bologna, con il Tecnopolo, la Regione si inserisce tra i principali attori di quello che sarà il futuro: un sistema in cui imprese, sistema bancario e istituzioni collaborano a stretto raggio”, afferma Valerio Veronesi, presidente Unioncamere regionale. Inoltre, “il messaggio che vogliamo lanciare – continua Veronesi – è di positività nonostante uno scenario mondiale difficile. L’unico modo che abbiamo per essere competitivi è ripartire con gli investimenti”.

Questi ultimi, però, dopo un rialzo nel 2024, è previsto che caleranno del 2,4% nel 2025. Diverso dai dati appena presenti è il settore delle costruzioni: +4,7% nel 2024 ma un -9,6% per il 2025. Tornando ai dati del Pil, Bologna e Modena sono in testa alla Regione secondo le previsioni di Unioncamere (rispettivamente più dell’1,6% e 1,5% per il 2024 e +1,3% e 1,1% per il 2025). “Ravenna, Ferrara e Piacenza sono le province più in difficoltà a livello di crescita ma in linea con le altre province del Paese. È bene ricordare anche che le nuove imprese che nascono sono Airbnb in maniera professionale, oppure e-commerce e servizi di consulenza imprenditoriale”, elenca Caselli.

Un altro tema affrontato è quello delle retribuzioni. In media, se un lavoratore italiano guadagna 99 euro, un lavoratore regionale guadagna 104 euro. A livello percentuale, però, le retribuzioni sono calate del 4% in E-R e del 6% in Italia. Tutti guadagnano meno tranne i dirigenti, questi ultimi hanno uno stipendio in media sei volte maggiore rispetto a un operaio a livello regionale. Invece, mediamente un uomo guadagna in Regione il 38% in più rispetto a una donna, dato che in Italia si ferma al 35%. Differenze anche a livello d’età: un over50 ha uno stipendio maggiore del 56% rispetto a un under 50.

Presente tra gli ospiti della rassegna anche Irene Priolo, presidente facente funzioni della Regione. “Un’economia in crescita sopra i parametri nazionali e in un contesto di eurozona complesso”, racconta Priolo. E sull’alluvione aggiunge: “Abbiamo l’obbligo di ripartire, davanti a noi abbiamo un tema generale di come affrontare la ripresa”, dice Priolo.