Cesena, 5 febbraio 2023 – La piadina romagnola Igp sta allargando i suoi confini. E i suoi ingredienti. A quelli di base, la farina, l’acqua, il sale e lo strutto o l’olio d’oliva, ora, pur mantenendo il marchio si possono infatti aggiungere anche altri prodotti come il latte vaccino, i miele di fiori e l’olio di semi di girasole, che deve comunque restare in percentuale inferiore rispetto all’extravergine di oliva.
"Ormai da Milano a New York – considera Angelo Spanò, responsabile di Confesercenti Cesenate – la piadina la puoi trovare ovunque. Ma il nostro punto di vista è che quella vera, l’originale piadina romagnola, sia solo quella dei chioschi, che riprendono in toto le tradizioni nate nelle nostre case, quando per necessità, si cominciò a preparare il ‘pane dei poveri’ che nel tempo si è affermato diventando un verso simbolo della Romagna. Probabilmente il riferimento gastronomico più noto di questa terra, a pieno titolo”.
Spanò prende in ogni caso atto del fatto che in questo modo la piadina può ‘emigrare’ in tutto il mondo facendosi conoscere e, di conseguenza, invogliando chi la assaggia magari ad approfittare di un viaggio per cimentarsi con la versione più nostrana possibile.
“Difendere la tradizione non significa arroccarsi, ma neanche appiattire ogni peculiarità. Vale per tutto e un riferimento immediato è alla pizza. La pizza la mangi a qualunque latitudine del pianeta, ma la pizza napoletana è a Napoli. Punto e basta. Il cibo racconta il territorio nel quale viene preparato e questo vale certamente anche per la piadina. Non siamo qui a voler impedire la sua diffusione, ma a voler puntualizzare che il riferimento è qui, a casa nostra, nel nostro territorio: Cesena, Cesenatico… Con un sorriso dico che sono pronto ad aggiungere anche Rimini… Scherzo, ovviamente, ma resto sul punto: il gusto, la storia, la ricetta e il fascino della piadina è e resterà sempre radicato qui, sulle piastre dei chioschi che stanno tramandando un’arte".