CRISTINA DEGLIESPOSTI
Economia

Caos alluvione e gelo. “Ci sono stati errori”: i danni saranno ricalcolati

Il summit a Roma dopo la bufera sui ristori del fondo Agricat. Gli algoritmi usati saranno oggetto di verifica in un tavolo tecnico. Ammessi problemi anche sulla definizione delle mappe

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Una delle tante aziende agricole alluvionate, nel maggio 2023, in Romagna

Roma, 4 settembre 2024 – Le pratiche di indennizzo bocciate, anche solo parzialmente, sono tutte sospese, in autotutela. E così pure gli effetti delle pec ricevute ad agosto dagli agricoltori che, avendo perso i raccolti nel 2023 per gelo o alluvioni, chiedevano il risarcimento che per legge – tramite AgriCat – spetta loro.

Dopo giorni di bufera sul funzionamento del fondo mutualistico al suo primo, vero esercizio finanziario, il faccia a faccia tra AgriCat, Agea e i Centri di assistenza agricola che le associazioni degli agricoltori attendevano con ansia, ieri, ha dato, buoni frutti.

Una nemesi se si pensa che sul tavolo ci sono migliaia di pratiche di aziende agricole (ma il numero è ’ballerino’, perché le istanze stanno ancora arrivando) messe in ginocchio, ad esempio, dall’alluvione in Romagna.

"Le nostre attenzioni e il nostro impegno sono totalmente rivolti agli agricoltori, colpiti l’anno scorso prevalentemente da perdite di raccolto dovute a gelo e alluvioni”, ci ha tenuto a far sapere dopo il vertice Massimo Tabacchiera, amministratore delegato di Agricat, istituendo un Tavolo tecnico permanente di AgriCat, a metà tra il commissariamento e il vecchio esame di riparazione. AgriCat parla di istruttorie “da cui emergono alcune problematiche dovute anche alla raccolta dei dati», aprendo agli «opportuni approfondimenti”.

Approfondimenti che prenderanno il via già oggi, con i Centri di assistenza agricola che hanno chiesto di visionare gli algoritmi usati per calcolare gli indennizzi visto che agricoltori alluvionati si sono visti bocciare la maggior parte dei danni portati a rimborso o liquidati, in alcuni casi, anche con poche decine di euro.

Tra i seduti al tavolo, ieri, non è mancato l’imbarazzo dopo mesi di sperimentazione – e supposto rodaggio – di un sistema che ha rivelato falle ovunque. Due tra tutte.

L’assenza di parametri monetari chiari (tabelle) per quantificare l’ammontare economico dei danni alle colture e la perimetrazione degli areali colpiti. Che, in quest’ultimo caso, sarebbero stati falsati dall’utilizzo di foto aeree nelle giornate dell’alluvione, non tenendo conto, ad esempio, che le piene sono arrivate con ritardo in alcune zone dove i canali hanno continuato a esondare per giorni.

Un punto fermo, però, è stato messo: entro settembre saranno rimborsati tutti quelli cui è stato ammesso il 100% del danno, ossia coloro che non avevano ricevuto pec.

Negli stessi tempi saranno pagati anche i rimborsi parziali, ma per questi e per le pratiche bocciate in toto si aprirà una fase di riesame delle somme.

"Siamo soddisfatti dell’immediata convocazione del tavolo, voluta dal ministero – afferma Stefano Francia, presidente di Cia Emilia-Romagna –. Fin da subito abbiamo sostenuto l’importanza del confronto del corpo intermedio per mettere a punto il sistema”.

Soddisfazione per il "confronto schietto” anche da Nicola Gherardi, membro di giunta di Confagricoltura Emilia-Romagna che guarda oltre: “Dei 350 milioni a disposizione nel fondo ne sono stati impegnati come spesa per ora 16,4: c’è capienza sufficiente per ristorare tutti e lasciare un’eredità importante per i prossimi esercizi”.