Bologna, 21 aprile 2022 - Un centinaio di musei civici e privati dell’Emilia Romagna sono riusciti a superare l’iter di accreditamento della Regione e oggi sono inseriti nel Sistema museale nazionale. Dopo uno screening di 157 richieste, le domande di 102 musei sono state accolte, circa un terzo delle 540 strutture non statali e universitarie presenti nel nostro territorio. Da qui, è stato possibile anche fare una piccola ricognizione dei musei che hanno raggiunto i livelli minimi di qualità del servizio e dell’organizzazione. Si tratta di strutture piccole, a volte piccolissime. Molte non hanno nemmeno un sito web proprio, ma si appoggiano ai portali delle istituzioni di riferimento. Tra le criticità riscontrate tra i musei che hanno richiesto l’accreditamento, la mancata apertura delle 24 ore settimanali minime.
Nell’elenco della rete dei 102 musei che hanno passato il vaglio di qualità della Regione, quelli parmensi dedicati ai grandi prodotti enogastronomici emiliani (dal salame di Felino al pomodoro), il museo Cervi a Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, il museo della Figurina a Modena, il castello Estense di Ferrara, i musei civici di Bologna, il museo della memoria di Ustica, sempre nel capoluogo regionale, la Rocca sforzesca di Imola, il museo Francesco Baracca di Lugo, i musei di San Domenico a Forlì, la Biblioteca malatestiana di Cesena, il museo civico-archeologico di Verrucchio, in provincia di Rimini.
Un ‘mucchio selvaggio’ di 102 istituzioni, come lo definisce l’assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna, Mauro Felicori, che la Regione intende supportare, anche economicamente, assicurando alle realtà accreditate anche una priorità nell’assegnazione dei fondi. "I musei possono spendere questo accreditamento con il pubblico, gli sponsor, con le istituzioni. Noi sappiamo che c’è grande movimento nei musei, il bicchiere è mezzo pieno. Ma c’è anche molto da fare e noi vogliamo accompagnarli per migliorare”, assicura l’assessore. Il Sistema museale nazionale punta a mettere in rete oltre 5mila musei. Possono accedere tutti i musei, indipendentemente dalla loro titolarità, pubblica o privata, su base volontaria e mediante un processo di accreditamento che, per i musei non statali, può essere coordinato dalle singole Regioni (anche se non tutte hanno questa possibilità) e comporta l’adeguamento a una serie di standard. Tra i musei che hanno passato l’iter di accreditamento – hanno spiegato Maria Pia Ghermandi, responsabile del Sistema museale regionale, e Cristina Ambrosini, responsabile del settore patrimonio culturale della Regione – la gran parte è comunale, il 75% ha meno di 10 addetti e spesso i professionisti che si occupano della gestione delle collezioni svolgono più funzioni. E chi non ha passato il test? Può ritentare con un nuova finestra che viale Aldo Moro ha annunciato che riaprirà entro la fine dell’anno. L’Emilia-Romagna è, tra l’altro, tra le prime regioni a concludere l’iter.
"L’accreditamento diventa uno degli strumenti per sostenere i musei, assieme alle risorse delle diverse leggi regionali, dai piani museali alla recente legge sulle case dei personaggi illustri, consentendo non solo il recupero della piena operatività pre-Covid, ma avendo l’obiettivo di sfruttare la ‘lezione’ dell’emergenza per operare sulle criticità rilevate dalla crisi, e adeguare l’attività alle nuove esigenze delle comunità e di tutti i visitatori», spiega Felicori.