FRANCESCA DELVECCHIO
Cronaca

West Nile, crescono i casi in Emilia Romagna: cos’è la febbre del Nilo e i dati

Aumenta la forma neuro invasiva del virus, che è la più grave. La regione è la più interessata assieme a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Sintomi e le fasce di popolazione più colpite

Bologna, 20 agosto 2024 – Sono in crescita in casi di West Nile in Emilia Romagna. Il virus, conosciuto anche come febbre del Nilo, può avere diversi sintomi simili all’influenza (tra cui febbre e cefalea, ma anche nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei), ma può anche svilupparsi in una forma neuro invasiva, decisamente più grave e che può portare alla morte, o al ricovero. A oggi, c’è un uomo di 76 anni ricoverato con prognosi riservata a Imola, mentre il primo morto è un ravennate di 78 anni.

A differenza della Dengue (virus proveniente da una zanzara diversa, la Aedes albopictus ovvero la zanzara tigre) che “in Europa ha mortalità irrilevante” (come ha spiegato il professor Sambri dell’Ausl Romagna in un’intervista), i dati della forma neuro invasiva della West Nile hanno segnato un ragguardevole aumento in regione. L’ultimo bollettino dell’Iss (Istituto superiore di sanità) sui virus West Nile e Usutu riporta un totale di 99 casi in Italia da inizio maggio 2024. Nella settimana dall’8 al 14 agosto i nuovi casi confermati sono 47, in crescita rispetto ai 24 (+23) della settimana 1-7 agosto

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Sommario

I dati dettagliati del West Nile in Emilia Romagna

Da inizio maggio in Emilia Romagna i casi di West Nile nella forma neuro invasiva sono la maggior parte e soprattutto c’è stato un incremento tra un bollettino e l’altro. Quello con i dati della settimana 8-14 agosto, infatti, segnala 36 casi, mentre quello precedente (1-7 agosto) 13: la crescita è di 23 nuovi casi con forma neuro invasiva.

Ci sono poi 9 contagiati ma asintomatici identificati in donatori di sangue (+1) e 5 casi di febbre (+1).

Le fasce della popolazione colpita

Sono gli over 75 anni a rischiare maggiormente di essere colpiti dalla febbre del Nilo. Da inizio maggio 2024, su un totale di 36 casi, 19 persone sono in questa fascia d’età. Seguono i 45-64 anni con 9 casi, poi con 8 casi i 65-74enni. 

I casi divisi per provincia

La provincia più colpita dal West Nile è Modena con 16 casi, segue Reggio Emilia con 10. Poi Bologna (6), Ferrara (2), Piacenza e Ravenna con un caso a testa. Proprio a Modena, Reggio Emilia e Bologna dove la circolazione virale è a elevata intensità, la Regione Emilia-Romagna ha alzato il livello di prevenzione per il virus, chiedendo ai Comuni di porre particolare attenzione ai luoghi, dove le persone più a rischio si concentrano, come ad esempio le strutture socio assistenziali e gli ospedali. Negli spazi verdi, dunque, dovranno essere fatti trattamenti disinfestanti adulticidi con cadenza settimanale fino al 30 settembre.

La provincia di Modena, tra l’altro, è particolarmente sotto osservazione perché qui è stato segnalato il primo caso umano autoctono di infezione da West Nile, il 26 giugno.

Cos’è il virus West Nile

Questo tipo di infezione viene trasmessa dalle zanzare comuni, denominate ‘Culex’. La puntura di zanzara è il veicolo del virus, che però può nuocere gravemente solo l’1% della popolazione, soprattutto anziani e persone più deboli, magari con malattie pregresse. 

Nella maggior parte dei casi le persone infette non mostrano sintomi, ma quando si sviluppa una malattia neuro invasiva – esempi possono essere meningite o encefalite  – le condizioni del paziente possono aggravarsi e portare anche alla morte.

Questo tipo di virus non si trasmette da uomo a uomo e la zanzara che punge il malato non si infetta. L’incubazione può variare dai 2 ai 14 giorni, al massimo 21. Nel dubbio è sempre bene rivolgersi al medico.

Morti per West Nile

Attualmente sono 4 i morti totali per West Nile in Italia: due in Veneto, uno in Emilia Romagna e uno in Friuli Venezia Giulia. 

Cos’è l’Usutu virus

Anche l’Usutu virus si trasmette tramite la puntura della zanzara comune, quella che nei nostri territori è normale trovare perché è endemica. I sintomi sono molto simili a quelli del West Nile, anche se si tratta di un virus più raro. Il primo caso è stato registrato a Modena

Piano regionale di sorveglianza dell’arbivorosi

Il Piano di sorveglianza e controllo delle arbovirosi 2024 è un protocollo che prevede azioni specifiche di prevenzione e contrasto delle malattie virali trasmesse dalle zanzare, in vigore dal marzo scorso. La Regione Emilia-Romagna ha chiesto ai Comuni di attivare le ordinarie misure di contrasto alla proliferazione delle zanzare nelle aree urbane (trattamenti larvicidi sul suolo pubblico e attività di coinvolgimento dei cittadini per una corretta gestione delle aree private), oltre alla tempestiva attuazione di interventi straordinari di disinfestazione in caso di accertata circolazione virale.

Riguardo il lato sanitario, è attivata la sorveglianza entomologica (nei 10 comuni capoluogo con ovitrappole e nelle aree rurali con trappole attrattive di zanzare adulte) condotta con la supervisione del Gruppo tecnico regionale, la collaborazione di Izsler (Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna) e Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia).

Cosa fare contro le zanzare

Ai cittadini, invece, viene chiesto di adottare nelle proprie case comportamenti corretti, a partire dai trattamenti larvicidi, sia per evitare la proliferazione degli insetti sia per proteggersi. Il sito di riferimento per tutte le informazioni del caso è zanzaratigreonline.it.