ELIDE GIORDANI
Cronaca

Il vaiolo delle scimmie, tamponi e vaccinazioni: la Romagna è pronta

Negli ultimi due anni in regione sono stati accertati 67 contagi. Il professor Sambri: “Giusto dare l’allarme, una variante anche in Italia”

Cesena, 27 agosto 2024 – Era tutto pronto, pur con qualche apprensione, per accogliere i sette tecnici congolesi che da oggi e per tre giorni avrebbero dovuto essere in missione tra aziende cesenati e regionali a seguito delle relazioni internazionali attivate dalla Fiera Macfrut. Ma all’ultimo momento hanno dato forfait. Effetto dell’allarme suscitato dal Monkeypox, l’ormai noto vaiolo delle scimmie? E’ probabile, anche se il virus è esploso in una zona molto distante (oltre 2 mila chilometri) dalla capitale Kinshasa da cui dovevano arrivare gli ospiti congolesi, ma il Congo resta una delle aree dove sono emersi i principali focolai di infezione.

Il laboratorio di Pievesestina dove è stato messo a punto il tampone rapido. Nel riquadro il professor Vittorio Sambri
Il laboratorio di Pievesestina dove è stato messo a punto il tampone rapido. Nel riquadro il professor Vittorio Sambri

Tant’è che circolari del Ministero della Salute sconsigliano la partecipazione ad eventi che si svolgono in quel Paese. Ma il virus circola anche fuori dagli ambiti più critici. E secondo il professor Vittorio Sambri, - microbiologo, responsabile del laboratorio analisi di Pievesestina, l’hub di sequenziamento di tutte le malattie infettive della regione Emilia-Romagna - sotto la cui direzione è stato messo a punto un tampone rapido per identificare i portatori del virus, una variante del Monkeypox è già stata intercettata in Italia e viaggia per via aerea tra le persone. Ad oggi, tuttavia, l’Ausl Romagna conferma che non ci sono casi conclamati in ambito romagnolo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato emergenza globale la possibile trasmissione del virus, ha emesso però dati da guardare con attenzione: a partire da maggio 2022, quindi in due anni circa, da quando in Italia è stato riscontrato il primo caso di infezione, nel nostro Paese sono stati confermati 1.056 contagi, 262 dei quali collegati a viaggi all’estero. Quasi la metà dei casi (441) sono stati registrati in Lombardia. Seguono il Lazio (169) e l’Emilia Romagna (67). Dopo l’esperienza del Covid sono dati che suscitano preoccupazione. Ma il professor Sambri smina la paura: “E’ giusto che l’Oms abbia dato l’allarme. Significa che non dobbiamo farci trovare impreparati”. E la rapidità con cui a Cesena è stato messo a punto il test dimostra che non si lascia tempo alla diffusione del virus. Il tampone varato tra Cesena, Forlì e Bologna, (ossia laboratorio di microbiologia, università di Bologna, e Xenturion Diagnostics di Forlì, start-up che si occupa di kit diagnostici molecolari) è in attesa di convalida per essere poi inviato in Congo che dovrà utilizzarlo. Chi potrebbe venire a contatto con il virus può sin da ora accedere ai vaccini che la Regione Emilia-Romagna - che conferma 67 contagi in ambito regionale - ha in dotazione per almeno 600 dosi. Le prime vaccinazioni sono partite a Bologna, hanno fatto seguito Parma, Modena e la Romagna. La nostra Ausl Romagna ha 80 dosi per soggetti a rischio e 60 per operatori di laboratori. È prevista la somministrazione di due dosi, solo a persone maggiorenni, e tra la prima e la seconda deve intercorrere un intervallo di almeno 28 giorni. Per chi è vaccinato contro il vaiolo (data antecedente al 1981) basta una sola dose. E la cura? Secondo l’OMS “la maggior parte delle persone a cui viene diagnosticato l’Mpox guarisce senza alcun trattamento, che è generalmente sintomatico e di supporto”.