REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Ucraina, profughi in Emilia Romagna: accoglienza e come aiutare

Atteso l'incontro tra il Governatore Bonaccini e i sindaci. Sanità: come funziona lo screening anti Covid. Altri rifugiati a Bologna, le storie

Bologna, 3 marzo 2022 - Sono arrivati anche in Emilia Romagna i primi profughi in fuga dalla guerra in Ucraina e la Regione, assieme agli amministratori locali, è al lavoro per garantire accoglienza e aiuto.  Domattina è previsto un incontro del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, con i Prefetti, i sindaci e i presidenti delle Province per il coordinamento con i territori.  In un tweet sull'account del Viminale sono chiariti i numeri del fenomeno: "Sono 6.608 i cittadini #ucraini entrati in Italia dall'inizio del conflitto fino alle ore 8 di oggi. Sono 3.286 donne, 804 uomini e 2.518 minori. Principali destinazioni Roma, Milano, Bologna e Napoli".  

Ucraina, profughi a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna
Ucraina, profughi a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna

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Profughi: l'impegno della sanità regionale 

La sanità regionale è impegnata a tutti i livelli per garantire alle persone in fuga dall’Ucraina e in arrivo qui la migliore accoglienza e assistenza possibile ed è già stato inviato al Centro unico di raccolta della Protezione Civile di Palmanova, in Friuli, il primo carico di materiale sanitario per 80mila euro, con destinazione finale Ucraina.

Dal punto di vista operativo, le Ausl rilasceranno loro il codice Stp (Straniero temporaneamente presente), che garantisce appunto la presa in carico temporanea. Le persone indigenti, che - con autodichiarazione del proprio stato di indigenza - saranno anche esonerate dal ticket, in analogia con quanto avviene per i cittadini italiani, per quanto concerne: prestazioni sanitarie di primo livello, urgenze, stato di gravidanza, patologie esenti o soggetti esenti per età o in quanto affetti da gravi stati invalidanti.

Gli indigenti che non rientrano in queste categorie, con l’Stp pagheranno il ticket alle stesse condizioni dei cittadini italiani e non a quelle normalmente applicate ai cittadini Extra Ue.

Per quanto riguarda il Covid, sempre con l’obiettivo di assicurare la massima tutela della salute a persone in fuga da un Paese in guerra, i Dipartimenti di Sanità Pubblica - in attesa di specifiche indicazioni del ministero della Salute - prenderanno in carico i profughi per sottoporli a screening per l’infezione da virus SARS-Cov-2: sarà quindi effettuato un test antigenico o molecolare con tampone nasofaringeo, indipendentemente dallo stato vaccinale.

Le persone risultate positive e i relativi contatti saranno naturalmente assistite e gestite secondo i protocolli vigenti.

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I profughi a Bologna

Dopo i 18 rifugiati arrivati ieri, nella giornata di oggi saranno altri 21 in tutto gli ucraini in fuga dalla guerra che troveranno accoglienza nell'ex Covid hotel di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna.

"Stiamo cercando di sistemare le famiglie nelle camere tenendole unite e rispondendo alle loro necessità", spiega il responsabile della struttura, Gennaro Restino. "Probabilmente raggiungeremo quota 60 persone nei prossimi giorni", prevede la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti.

Nel frattempo, la macchina di solidarietà del territorio si è già attivata. Gli scout, ad esempio, si sono offerti per fare attività pomeridiana per bambini e ragazzi ospitati nel centro, così come le società sportive dilettantistiche si sono dette disponibili ad accettare i bambini che volessero fare sport. Le famiglie ospitate, dal canto loro, chiedono "libri-gioco per i bimbi per insegnare loro l'italiano- spiega Restino- ma anche colori e tutto ciò che possa rendere meno estraniante la vita in una camera d'albergo".

Il Comune, invece, si sta attivando "perché i bambini vadano a scuola quanto prima- aggiunge Conti- e perché possano anche frequentare la mensa scolastica". L'amministrazione, inoltre, si sta muovendo per l'invio di "psicologi per assistere queste persone" e per organizzare "corsi d'italiano per le mamme che vogliono impararlo per poter lavorare e mantenere i propri figli".

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E' il caso ad esempio di Liliana, arrivata a Bologna da Leopoli lo scorso 24 febbraio dopo aver guidato per 35 ore. Un viaggio durato tre giorni, con a bordo la madre e i tre figli di 16, 11 e nove anni.

"Mio marito è rimasto lì, con il mio papà e altri amici - spiega - solo gli uomini sono rimasti. E' molto preoccupato, perché la guerra potrebbe arrivare anche a Leopoli. Sarà una guerra lunga e letale: ci sono tanti bombardamenti e tanti civili stanno morendo. Io voglio che la guerra finisca, ma non so come si può fare. Putin vuole il nostro Paese e non lo lascerà finchè l'Ucraina non diventerà della Russia".

E' della stessa idea Caterina, a Bologna ormai da 20 anni, questa mattina presente nel centro d'accoglienza per aiutare i suoi connazionali. "E' una situazione tragica - dice- spero che l'Ucraina entri a far parte dell'Europa, perché il regime dittatoriale di Putin non giova a nessuno. Senza preavviso ha invaso l'Ucraina e non ha lasciato neanche un corridoio verde per far evacuare i bambini e gli anziani. E' disumano, e pazzo". Caterina a Bologna ha studiato e lavorato come cameriera e barista, pur con alcune difficoltà durante la pandemia.

"Adesso sono disoccupata- spiega- ma cerco sempre di rendermi utile nella chiesa ucraina in piazza San Michele. Lì ci arrivano tantissimi aiuti da ucraini, italiani e da persone di altri Paesi- racconta- che mandiamo alle dogane per le persone che sono ancora nei bunker e sotto i bombardamenti". A questo proposito, anche il responsabile della struttura ribadisce l'invito a quanti volessero donare materiali da inviare in Ucraina a fare riferimento alle Istituzioni come Regione, Caritas o Protezione civile che "hanno contatti diretti con le linee di confine", in modo da "evitare che materiali inviati tramite percorsi non verificabili si possano perdere". 

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Raccolta fondi regionale

E’ in corso la raccolta fondi avviata dalla Regione Emilia Romagna per l’assistenza e aiuti umanitari ai profughi. Chiunque potrà versare – indicando con chiarezza la causale “EMERGENZA UCRAINA” - al seguente Iban: IT69G0200802435000104428964

Dall’estero, codice Bic Swift: UNCRITM1BA2

Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna.

E’ lo stesso già utilizzato in passato per fronteggiare altre emergenze, con gli emiliano-romagnoli sempre in prima fila in termini di solidarietà.

Ravenna: un web form per aiutare

I ravennati che vogliono dare una mano al popolo ucraino si candidano on line. Il Comune ha infatti creato un web form dedicato a cittadini, associazioni e professionisti (link diretto https://bit.ly/aiuti-popolo-ucraino-ra, per altre informazioni 329.7714134). Al momento non sono richiesti generi alimentari, vestiario, giocattoli e/o altro non indicato nel form e, per chi volesse fare una donazione in denaro, che il Comune di Ravenna invita ad aderire alla raccolta fondi promossa dalla Regione Emilia - Romagna.