Bologna, 14 luglio 2022 - La frode corre a fil di rete. In Emilia Romagna nel 2021 ogni giorno è stata registrata una media di quattro truffe creditizie realizzate attraverso il furto di identità delle vittime: nel complesso i casi di frode sono stati 1.436, dato che posiziona la regione all’ottavo posto della graduatoria nazionale. A livello provinciale, il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Bologna, con 313 casi, che la collocano al 22esimo posto nel ranking nazionale, seguita da Modena con 262, da Reggio Emilia con 196, Parma con 124 e Piacenza, con 119.
I dati personali e finanziari rubati, per lo più attraverso internet, vengono utilizzati dai frodatori per ottenere credito o acquisire beni e con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il prodotto acquistato. Stando agli ultimi dati registrati dall’Osservatorio sulle frodi creditizie e i furti di identità realizzato da Crif-MisterCredit, nel 2021 i casi rilevati in Italia sono stati oltre 28.600, il 31,1% in più rispetto al 2020, un aumento dovuto al continuo sviluppo degli acquisti online (+18%) che ha contribuito alla crescita dei casi perpetrati sui canali virtuali, dove le verifiche possono essere meno efficaci. A livello nazionale il danno stimato raggiunge i 124,6 milioni di euro. E nel mirino dei malviventi adesso ci sono anche i bancari, come raccontiamo qui sotto.
Bancari, attenzione: spesso i malviventi operano con una mail alla banca
Bancari, occhio alle truffe. Sono decine le segnalazioni in Emilia Romagna di dipendenti beffati dopo aver ricevuto una mail.
"Questi malviventi si approfittano della buona fede dell’operatore, di solito con una mail alla banca in cui si presentano come associazioni di volontariato o sportive con richiesta di bonifico urgente. Si tratta di somme elevate, tra i 5.000 e i 15.000 euro". A fare il punto il segretario generale dei bancari, Daniele Bedogni, della Cisl First, che spiega che sono già 20 le denunce presentate per questo tipo di truffe in pochi mesi, ma considerando i casi in totale – tra i tentativi non andati in porto e quelli riusciti di cui il sindacato non è a conoscenza – siamo almeno a quota 200. In filiale arriva una mail che dispone un bonifico dal conto di un’associazione di volontariato, di pubbliche assistenze o di società sportive a un beneficiario in un’altra banca. Il più delle volte il falso cliente giustifica tale operatività con l’urgenza di effettuare il bonifico. In genere l’importo richiesto è di qualche migliaio di euro: né troppo basso, né troppo alto, ciò per evitare di insospettire l’operatore della banca.
"Raramente abbiamo visto una simile concentrazione di episodi con la stessa dinamica"
"Ci è capitato raramente di vedere una concentrazione di sinistri con la stessa dinamica – spiega Bedogni -, ma dall’inizio dell’anno sono ormai parecchi e almeno una ventina di casi hanno portato alla denuncia. I malviventi appunto fingono di appartenere ad associazioni di volontariato, società sportive, pubblica assistenza, quindi a organizzazioni che non hanno dipendenti sempre al lavoro, in modo che quando si chiama per la verifica non è sospetto il fatto che non risponda nessuno. Oltre alla richiesta di bonifico urgente via mail, arriva anche una telefonata del truffatore che dice di essere stato costretto a ricorrere alla mail causa problemi con l’internet banking. Se a questo punto il bancario risponde picche, ‘Spiacente, deve venire in filiale’, la cosa finisce lì, purtroppo invece dei tentativi vanno a segno.
Il calvario dei dipendenti truffati
Dal momento in cui la truffa riesce, comincia il calvario per il dipendente: "Il problema non è solo per gli effetti sul lavoro e per la somma da ripagare di tasca propria, ma anche per la ferita psicologica. Il dipendente sta parecchio male dopo il raggiro, perché ha agito in buona fede – sottolinea Bedogni -. Ma siccome le banche sono inflessibili, il dipendente viene lasciato solo. Se, poi, ha un sindacato a cui appoggiarsi, è coperto da polizza assicurativa, i nostri iscritti sono tutelati. Ma per quanto riguarda l’aspetto sanzionatorio e il rapporto con la banca, questi non vengono risanati. Il dipendente deve infatti ripagare la banca e poi subisce la sanzione, che può tradursi in un semplice richiamo verbale o in qualche giorno di sospensione".