Cesena, 29 gennaio 2023 – Quaranta terremoti in un mese nella provincia di Forlì-Cesena, ventitré dal 26 gennaio, di magnitudo tra 1.4 e 4.1. Ieri mattina, alle 6.32, una scossa gemella di quella del 26 gennaio sia per magnitudo (4.1) che per localizzazione, tra Gambettola e Cesenatico. Il terremoto è stato avvertito distintamente in Romagna, specie nelle aree costiere tra Cesena, Forlì e Rimini, ma anche sulla costa nord delle Marche, in provincia di Pesaro. Sono seguite altre quattro scosse di minore entità, tra le 11.29 e le 12.32, a cavallo delle province di Forlì-Cesena e Ravenna: la più forte di magnitudo 3.8, epicentro Cesenatico. Il sindaco di Gambettola ha chiuso le scuole per precauzione; negli altri Comuni interessati dalle scosse nelle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, sono stati attivati controlli nei plessi e non sono stati rilevati danni o criticità. Controlli anche sulla circolazione dei treni, sospesa e poi riattivata dopo le verifiche dei tecnici, tra Bologna e Rimini e tra Rimini e Ravenna.
Una crepa lunga tutta una facciata, dal tetto fin quasi al terreno dell’istituto tecnico commerciale Renato Serra di Cesena. Una crepa enorme, impossibile da ignorare dopo un forte terremoto, anche se la spaccatura si era creata già prima del sisma. Perché in queste ore niente può essere lasciato al caso, tanto più per quello che riguarda la sicurezza di bambini e ragazzi. E’ per questo che per tutta la giornata di ieri decine di tecnici hanno setacciato gli istituti scolastici della Romagna, verificando che potessero esserci le condizioni per continuare a ospitare gli alunni.
In effetti le scuole hanno aperto le loro porte al suono della prima campanella ovunque tranne che a Gambettola, dove poco dopo la scossa, la sindaca Letizia Bisacchi ha deciso di tenere chiusi i plessi. "Il nostro territorio – ha argomentato– conta oltre 1.200 alunni. Considerando che una buona parte, in quanto sabato, non sarebbe comunque andata dietro i banchi e allo stesso tempo con l’intento di effettuare attente valutazioni su tutti gli edifici, abbiamo deciso di uniformare le cose e tenere tutti a casa". Per fortuna i controlli svolti dagli addetti ai lavori non hanno rilevato criticità, tanto che l’intento dichiarato è quello di tornare alla normalità già da domani.
A Cesenatico, l’altro Comune particolarmente vicino all’epicentro, le scuole sono rimaste aperte, ma la scossa di metà mattina ha suscitato reazioni diverse da parte dei dirigenti scolastici: "Qualcuno – ha confermato il primo cittadino Matteo Gozzoli – ha pensato di non far rientrare i ragazzi, avvisando le famiglie e chiedendo ai genitori di andare a prendere i figli in anticipo, mentre altri hanno fatto perseguire regolarmente le lezioni". Le difformità tra le scelte sono velocemente balzate agli occhi dei cittadini, innescando polemiche su una gestione che, invece di garantire semplicemente sicurezza, ha causato più confusione, ansie e preoccupazioni del dovuto. Spostandosi sull’entroterra, a Cesena il Comune ha inviato tre squadre di tecnici (ai quali se ne è aggiunta un’altra provinciale) a visionare gli istituti, dai quali in alcuni casi gli studenti sono stati fatti temporaneamente uscire a metà mattinata.
La situazione più monitorata riguarda il già citato istituto tecnico commerciale Renato Serra nel quale gli addetti ai lavori stanno continuando a tenere sotto osservazione una grande crepa visibile all’esterno, già presente prima del sisma e che al momento non evidenzierebbe particolari criticità.
Anche nei Comuni di Rimini e Riccione, dopo il colpo di coda dello sciame sismico molti studenti sono usciti, rimanendo nei parchi o piazzali per circa mezz’ora prima di rientrare una volta compiuti ulteriori sopralluoghi. All’istituto Valturio alcuni dissesti avevano fatto allarmare il personale tanto da richiedere il sopralluogo dei vigili del fuoco, i quali hanno tuttavia appurato come si trattasse di vecchie criticità, slegate dalle più recenti scosse. Le scosse sono state percepite nitidamente anche nelle aree ravennati e forlivesi.