CRISTINA DEGLIESPOSTI
Cronaca

Protesta oggi degli alluvionati alla Regione Emilia Romagna: “Basta scarica barile”

Seicento persone con trattori e cavalli. I nomi delle vittime sono stati scanditi tra gli applausi commossi dei presenti. “Avete perso la nostra fiducia, la sicurezza non ha colore politico”

Bologna, 17 ottobre 2024 – I nomi delle vittime dell’alluvione scanditi tra gli applausi commossi. Il legname raccolto dai fiumi in piena. La rabbia di chi ha perso tutto.

Alluvione: la protesta davanti alla Regione Emilia Romagna
Alluvione: la protesta davanti alla Regione Emilia Romagna

"È ora che chi ci governa dimostri di essere alla nostra altezza: avete perso la nostra fiducia e adesso ai tavoli vogliamo sedere noi". Lo schiaffo della piazza degli alluvionati in rivolta corre veloce sull'asse Bologna-Roma, e le bordate non risparmiano nessuno. Oltre 600 persone stamattina si sono radunate sotto il palazzo della Regione, nel cuore dell'Emilia-Romagna chiedendo "sicurezza" e di smetterla "di scaricarsi la responsabilità a vicenda". Chiaro no?

A Bologna sono arrivati un po’ da tutta la Romagna, ma anche da Senigallia dove nel 2022 per l'alluvione morì anche un bambino, Mattia Luconi. Ci sono i trattori degli Agricoltori attivi romagnoli e chi è arrivato a cavallo come i rappresentanti della Baldazzi Horses della Val di Zena. Cartelli, magliette, fruste e anche chi indossa le maschere di Bonaccini e Schlein: "Fatti, non pugnette", recita il motto che hanno scelto e chi la Romagna la conosce sa cosa c'è dietro quella frase così colorita. Davanti all'ingresso del palazzo della Regione sono stati sversati decine di alberi portati via dai fiumi esondati e c'è chi ha chiesto agli amministratori di scendere in piazza lasciando i propri uffici, per metterci la faccia. Invano.

In centinaia si sono raccolti, a Bologna, davanti alla Regione Emilia-Romagna, in occasione della manifestazione per i cittadini colpiti dalle alluvioni di maggio 2023 e settembre 2024 che si terrà nelle vicinanze. La protesta è organizzata da alcuni comitati di alluvionati e da varie associazioni di agricoltori, che sono arrivati anche con cavalli e trattori

"Avete sentito qualche politico chiedere scusa per le vittime? 17 morti sono una vergogna", ha urlato Massimo Tarozzi, esponente degli alluvionati di Sant'Agata sul Santerno prima di scandire, tra gli applausi, i nomi dei deceduti. Poi le testimonianze, le proteste e le richieste. Sicurezza in primis, "che non è un'ideologia, non ha partito", ricorda Claudio Pasini dalla Val di Zena puntando il dito sulla protezione civile regionale: "se da sola non ce la fa si chieda aiuto, allo Stato, ad altre Regioni, all'esercito non so, ma va chiesto". E al governo, invece, si chiedono ristori immediati e semplificazioni: "quattro livelli di controllo, procedure folli come fossimo truffatori dello Stato". Nel mirino, poi, le mancate manutenzioni vecchie di decenni, la pulizia dei fiumi "che devono fare i fiumi, non i boschi".

"La manifestazione è l'inizio, non ci fermiamo. Siamo tanti, speravo fossimo di più ma non ci fermiamo" afferma Alessandra Musumeci di Fornace Zarattini, Ravenna. "Ci siamo allagati perché non ha funzionato niente, non per le piogge eccezionali a cui non abbiamo mai creduto: ecco perché siamo i primi ad aver promosso causa a spese nostre. Io ho perso tutto, in casa mia ci sono entrata col sup".