Protesta degli insegnanti in Emilia Romagna: i precari ‘sorpassati’ chiedono risposte

Hanno vinto un concorso nel 2020, ma prima verranno assunti quelli che dichiarati idonei grazie ai fondi del Pnrr. I posti, che rimarranno comunque vacanti, saranno assegnati con contratti a tempo determinato

Insegnanti e professori in presidio a Bologna (foto Schicchi)

Insegnanti e professori in presidio a Bologna (foto Schicchi)

Bologna, 30 agosto 2024 – I professori sono trentamila e sono arrabbiati. Tanto da aver organizzato presidi di protesta sotto le sedi degli Uffici scolastici provinciali. A Bologna si sono ritrovati sulle le finestre di via Castagnoli per essere poi ricevuti in delegazione. Anche se con poche speranze.

Loro sono insegnanti idonei perché hanno superato il concorso nel 2020, ma che non possono essere assunti a tempo indeterminato perché prima di loro devono essere immessi in ruolo quelli del concorso Pnrr che si concluderà a dicembre. Il Pnrr viaggia su una corsia preferenziale a causa dei tempi imposti dall’Europa.

Approfondisci:

Scuola a Bologna: mancano amministrativi e bidelli: rischio malfunzionamento

Scuola a Bologna: mancano amministrativi e bidelli: rischio malfunzionamento

Su 64mila posti docenti liberi a livello nazionale, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ne ha assunto ‘solo’ 45mila. I restanti sarebbero accantonati per i docenti Pnrr. Quello che avanza, se avanza, andrà per le assunzioni degli idonei 2020.

Flc Cgil si è schierata dalla parte di questi prof vittime del Pnrr tanto da inviare una diffidata al Mim affinché adotti immediate disposizioni per la stipula di contratti a tempo indeterminato, su tutti i posti vacanti e disponibili, per tutti i docenti in attesa di assunzione.

L’Flc Cgil nazionale “condanna la scelta del Ministero di limitare il numero per le assunzioni a tempo indeterminato a soli 45.124 unità, rispetto ai 64.156 posti liberi e vacanti presenti in organico, e denunciamo la grave penalizzazione che ciò comporta per tanti docenti che, pur in possesso dei requisiti necessari, come in particolare gli idonei dei concorsi 2020, non verranno immessi in ruolo”.

A pagarne le conseguenze sarà la scuola statale, dal momento che i posti, che rimarranno comunque vacanti, saranno assegnati con contratti a tempo determinato, privando gli studenti della continuità didattica e costringendo tanti docenti a permanere in uno stato di precarietà.