DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Pronto soccorso, medici e infermieri contro i Cau: "Nuovi centri? Il 118 non si tocca"

Il sospetto di sindacati e ordine è che la riorganizzazione porti alla riduzione delle automediche. I Cau in Emilia Romagna sono destinati ad accogliere codici bianchi e verdi. "Buona idea sulla carta ma difficile da realizzare"

Il 70% degli accessi al Pronto soccorso è costituito da codici bianchi e verdi

Bologna, 2 agosto 2023 – Non c’è pace per i Cau. Il progetto dei Centri di assistenza per l’urgenza, presentato a giugno con l’accordo tra Regione Emilia-Romagna e Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, adesso non fa dormire sonni tranquilli né ai camici bianchi né agli infermieri.

Sui Cau, ideati per dare ossigeno ai Pronto soccorso e accogliere i codici bianchi e verdi, ossia il 70% degli accessi nelle strutture di emergenza, hanno già mostrato perplessità i medici dello Snami, che non hanno siglato l’intesa, poi "sconcertati" per le riduzioni delle automediche previste nel piano dell’Ausl sotto le Due Torri. E sulla riorganizzazione del sistema di emergenza territoriale 118 dell’Azienda, l’Ordine dei medici di Bologna, presieduto da Luigi Bagnoli, esprime "viva preoccupazione", data la "peculiarità di una problematica riferita a interessi che coinvolgono innanzitutto e in via generale la tutela della salute individuale e collettiva".

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Il timore, anche in questo caso, è legato in particolare alla riduzione delle automediche. L’Ordine cita la nota del presidente Fnomceo, Filippo Anelli, "sull’importanza di un sistema organizzativo di intervento nel 118 che veda assicurata la contemporanea presenza delle professionalità e competenze sia mediche che infermieristiche". In vista di una riorganizzazione, dunque, secondo i medici "appare difficile non condividere preoccupazioni sottese all’esigenza che i mezzi di soccorso avanzato con medico e infermiere a bordo siano numericamente previsti in modo adeguato all’ampiezza e strutturazione del territorio". Tuttavia, l’organismo si mette a disposizione, anche insieme ad altri Ordini professionali, per "contribuire e condividere riflessioni e proposte", con un "ruolo di possibile raccordo istituzionale con i settori professionali".

Per il sindacato degli infermieri Nursing Up, nella riforma dell’Emilia-Romagna l’obiettivo di alleggerire i Pronto soccorso creando i Cau finirà per "depotenziare il servizio 118 sul territorio, tagliando le automediche. Ci sembra un controsenso. I Cau possono aiutare a ridurre gli accessi impropri, ma non può essere fatto a discapito del soccorso avanzato". Salvatore Bauleo, vicesegretario regionale Fimmg, si chiede se "l’assessore Donini sia o meno in sintonia con i direttori generali delle Aziende Usl della Regione. La proposta presentata alla Fimmg di Bologna non rispetta, infatti, i contenuti caratterizzanti dell’intesa regionale, come, per fare un esempio, la localizzazione prevalentemente territoriale dei Cau, senza il ridimensionamento dei servizi di continuità assistenziale".

Per Ester Pasetti, segretario regionale dei medici ospedalieri Anaao-Assomed, i Cau sono "una buona idea sulla carta, di non facile realizzazione. Resta a nostro avviso il problema del personale da ingaggiare, medico e infermieristico. Una valutazione compiuta la si potrà fare fra non meno di uno o due anni. Nel frattempo, non si smobilitino le auto mediche, unica possibilità certa di intervento al domicilio", mentre i segretari aziendali Anaao Giacomo Ceroni (Ausl Imola), Francesco Saverio Sorrentino (Ausl Bologna) e Francesco Feletti (Ausl Romagna), sottolineano però che "nei Cau non sia stata esplicitamente prevista l’attività specialistica".