Bologna, 2 dicembre 2021 - Stefano Bonaccini minacciato dai no vax. Il presidente dell'Emilia Romagna, preso di mira sul profilo Telegram di Basta Dittatura - Proteste. Sono stati condivisi sia il numero di telefono sia l'indirizzo di casa di Bonaccini. "Andatelo a prendere", si legge sul profilo del gruppo che organizza manifestazioni no Green pass e che recentemente si è reso protagonista di altre minacce ai danni, tra gli altri, dell'infettivologo Matteo Bassetti.
"Non è la prima volta: chi ha argomenti discute, chi non ne ha minaccia e aggredisce. Ringrazio le forze dell'ordine che stanno vigilando e indagando": cosi' su Fb Bonaccini - Andiamo avanti facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per contrastare la pandemia - conclude Bonaccini - per tutelare la salute delle persone e per difendere scuola e lavoro".
Da più parti politiche è stata espressa piena solidarietà al Governatore.
Bonaccini stamattina era intervenuto nel dibattito sull'opportunità di rendere obbligatorio il vaccino: in merito all'obbligo del vaccino anti-Covid, "se è una discussione a livello europeo merita di essere affrontata", dice a Omnibus su La7. "E' una discussione benvenuta se diventa una questione tra governi", sottolinea.
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"L'obbligo vaccinale - insiste Bonaccini - non può essere affidato a una discussione di ogni singola regione o di ogni singola città, va affrontato a livello europeo e se ci fosse una decisione europea sarebbe più utile che lasciare una decisione 'Arlecchino'". Dunque, il presidente della Regione ribadisce che "il tema dell'obbligo vaccinale va affrontato e va affrontato in una dimensione europea" perché "è un tema che deve porre il Governo".
Nel frattempo, Bonaccini plaude al Super Green pass: la sua introduzione "serve proprio a dare una spinta a nuove vaccinazioni, e qualcosa si sta muovendo, e per accelerare sulle terze dosi e per cercare di introdurre per quelle attività che hanno pagato di più durante la pandemia la via di accesso privilegiata per coloro che sono vaccinati con ciclo completo o guariti".
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"Servono più risorse, medici e infermieri"
Sempre in tema pandemia, il governatore emiliano romagnolo si fa portavoce dei problemi delle Regioni: "Se fossi nel Governo mi preoccuperei di due cose adesso: uno di dare un po' più di soldi alle Regioni" e secondo "come fare per aumentare la dotazione, anche in prospettiva, di infermieri e medici di medicina generale". Sul tema delle risorse, spiega, "si prevedono 600 milioni di euro aggiuntivi a fronte di una richiesta di 1,1 miliardi fatta da Fedriga a nome di tutte le Regioni, perché è evidente che nel momento in cui dobbiamo aumentare le vaccinazioni, contrastare la pandemia, aumentare i posti letto, provare a recuperare le liste d'attesa che si sono allungate, abbiamo bisogno di risorse. Altrimenti rischiano persino di pagarla quelli che hanno più sanità pubblica". Quanto alla carenza di infermieri, precisa, "quando facciamo i concorsi non si riesce nemmeno a coprire il numero pieno di coloro che potrebbero ricoprire un ruolo di lavoro, io credo perché ormai è diventato uno dei lavori più usuranti che esistano e perché servirebbe un bonus aggiuntivo nelle indennità". Mentre "sui medici di medicina generale, tanti stanno per andare in pensione e il rischio è che non vengano coperti a sufficienza. Faccio una domanda: ha ancora senso l'accesso al numero chiuso a medicina?". "Nel Pnrr ci sono 20 miliardi di euro per nuovi ospedali, case di comunità, ci sono risorse per assistenza domiciliare che è quella che andrà implementata nella sanità del futuro, risorse per macchinari e nuove tecnologie e poi ci sono nella manovra, meritorio, 12 miliardi - 2 miliardi il prossimo anno, 4 nel 2023, 6 miliardi nel 2024 - in più sul fondo sanitario nazionale, che viene ripartito, la spesa corrente alle regioni. Il problema - sottolinea Bonaccini - è che il prossimo anno quei due miliardi in più su 12 rischiano di essere vanificati dai rincari dell'energia e dall'aumento, sacrosanto, contrattuale ai dipendenti della sanità. Per questo servono più risorse per dare una mano alle Regioni".
Vaccini Covid: i numeri in Europa
Tornando al vaccino obbligatorio, la discussione è stata caldeggiata da Ursula von der Leyen, che ha dichiarato: "Due o tre anni fa non avrei pensato di assistere a ciò che vediamo oggi. Abbiamo questa orribile pandemia, abbiamo vaccini salvavita che non vengono usati in modo adeguato dappertutto, con un enorme costo per la salute pubblica". I dati europei in effetti fanno riflettere, ricorda sempre la presidente della Commissione europea: "In Ue il 77% degli adulti è vaccinato, questo significa che un terzo non lo è. Sono 150 milioni di persone, e sono molte".
Intanto ieri l'Aifa ha dato il via libera al vaccino anti-Covid per la fascia dei bambini tra 5 e 11 anni. La vaccinazione avverrà con due dosi di Pfizer, in formulazione specifica a un terzo del dosaggio, a tre settimane di distanza.