Bologna, 1 settembre 2023 – Migranti, soprattutto minori non accompagnati, che arrivano su pullman sempre più numerosi. Sindaci in difficoltà con l’accoglienza di numeri tanto rilevanti, anche qualche alzata di scudi in città aperte come Reggio Emilia (“Li porto tutti al Viminale”, ha detto l’assessore). Non è facile, nemmeno nella rossa Emilia Romagna, il tema dei continui arrivi da Lampedusa e dagli altri punti di approdo: flussi che poi si spargono nel resto d’Italia.
Ma – rileva il presidente Stefano Bonaccini – non in maniera uniforme. Anzi, si sottolinea che la distribuzione attuale “è sbilanciata” e questo crea “una situazione complicata” che va sbloccata. Ed poi i numeri: l’Emilia Romagna è Regione seconda per accoglienza in termini assoluti e prima per popolazione residente.
Ecco perché oggi il governatore dell’Emilia Romagna – di concerto con con i sindaci dei Comuni capoluogo e i presidenti di Provincia – ha stilato quattro paletti da inviare poi al ministro Matteo Piantedosi, a cui è stato richiesto un incontro “a Roma o direttamente a Bologna”.
Allora, eccoli i quattro punti:
- L’istituzione di un Tavolo permanente tra Stato e le Regioni su arrivi e accoglienza
- Definizione di una equa ripartizione nazionale delle persone che giungono in Italia attraverso gli sbarchi o altre vie, anche alla luce dell’attuale distribuzione sbilanciata in alcune regioni rispetto ad altre
- Stanziamento di fondi ai Comuni per l’accoglienza di minori non accompagnati
- Centralità del sistema dei Cas e dei Sae nel sistema dell’accoglienza, con una verifica sulla compatibilità degli attuali capitolati rispetto a una gestione efficace delle strutture dedicate all’accoglienza.
"Ho già anticipato al ministro Piantedosi la nostra richiesta d'incontro e le questioni per noi essenziali per poter dare una mano - spiega Bonaccini - per definire insieme misure che rappresentino una soluzione concreta e condivisa al tema dell’accoglienza dei migranti. Partiamo da proposte che abbiamo definito insieme ai territori, raccogliendo quelli che sono i problemi reali che sindaci e amministratori si trovano a dover affrontare ogni giorno. Siamo certi che risolvere questi nodi potrebbe portate a fare passi avanti importanti, per le nostre comunità e per persone che fuggono da aree di crisi, guerre o Paesi dove i diritti sono stati cancellati. L’Emilia-Romagna, regione seconda per accoglienza in termini assoluti e prima per popolazione residente, intende continuare a fare la propria parte, ma in un quadro di scelte coerenti e politiche condivise col livello nazionale”.