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Ragazze morte sotto al treno, lo strazio del padre. "Un'associazione per Alessia e Giulia"

Vittorio Pisanu ricorda le figlie travolte a Riccione: "Voglio aiutare i giovani a crescere lontano dai pericoli, così la loro morte non sarà vana"

Bologna, 8 settembre 2022 - Vittorio, a un mese dalla morte di Alessia e Giulia la Procura di Rimini ha praticamente chiusa l’inchiesta sull’incidente.

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Giulia e Alessia Pisanu travolte dal treno a Riccione: tante domande ancora senza risposta

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Giulia e Alessia Pisanu e il padre Vittorio
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Ha avuto qualche indiscrezione di quanto sta emergendo?

"No, sta seguendo tutto mio cugino avvocato Roberto Senis. Sappiamo che quello che si doveva fare, ogni cosa, è stato fatto. Abbiamo fiducia incondizionata nel lavoro della magistratura, restiamo fiduciosi".

Da padre, in che modo si trova la forza di ripartire?

"Concentrandosi sulla famiglia che considero il bene più prezioso. Insieme a mia moglie e a Stefania, l’altra mia figlia, cercheremo di sostenerci a vicenda, ogni momento della giornata. Non sarà facile, ma dobbiamo andare avanti. Alessia e Giulia sono nei nostri pensieri e nel nostro cuore ogni attimo della giornata e ci rimarranno per sempre. Mi sento vicino a tutte le famiglie che vivono la nostra stessa sofferenza, dobbiamo guardare al domani con fiducia nonostante tutto. Ogni giorno sorge il sole e si può ripartire con coraggio".

Si è letto e detto tanto della tragedia. Lei, personalmente, che idea si è fatto, che cosa può essere successo quella maledetta domenica mattina?

"Non ne ho idea, ho pensato a quel momento mille volte, so solo con certezza che le mie figlie non ci sono più. E nessuno me le ridarà. Mille coincidenze, casualità che potevano andare diversamente, ma è finita così. Erano due ragazze responsabili, in loro avevo grande fiducia e purtroppo il destino me le ha portate via in quel modo così atroce".

Lei e le sue figlie eravate una cosa sola...

"Le portavo ovunque, le aspettavo anche in albergo se c’era bisogno, e stavamo molto insieme. Vivevo per loro. Rispettavo il loro desiderio di autonomia ma ero sempre al loro fianco".

Alessia l’aveva chiamata poco prima dell’incidente, per dirle che cosa?

"Sì, mi disse che era stata derubata della borsetta, del telefono e del portafoglio. Mi sono fatto mandare la posizione esatta in cui si trovavano e sono partito subito per andarle a prendere. Ma 10-15 minuti più tardi mi richiamarono per dirmi che erano state accompagnate alla stazione di Riccione e che ci saremmo visti alla stazione di Bologna. Le aspettavo lì dove non sono mai arrivate".

Fin dal primo momento avete ricevuto tanta solidarietà che ancora va avanti oggi. L’abbraccio di tante persone serve ad alleviare un po’ il dolore?

"Tantissima gente si è fatta avanti, ovunque: parenti, amici, l’intera comunità di Castenaso, dalla Sardegna (la famiglia è originaria di Senorbì, ndr), tutti ci stanno aiutando, tutti ci stanno vicino. Il loro abbraccio ci aiuta".

Il giorno del funerale, durante l’omelia, don Giancarlo fu molto duro e criticò il troppo vociare che si era fatto attorno alla tragedia. Molti commenti a sproposito di gente che nemmeno vi conosceva. Che ne pensa?

"Ho sentito commenti che mi hanno ferito, comunque non mi interessano. Dobbiamo rispettare i pensieri degli altri anche se a volte è necessario riflettere bene prima di dire certe cose e giudicare, perché il rispetto viene prima di ogni altra cosa. Io ero sempre con le mie figlie , vivevo per loro e per Stefania da mattina a sera".

Giulia e Alessia, provi a raccontarle in due parole…

"Erano ragazze d’oro, splendide, stupende, piene di vita, di amici, di persone che le amavano, avevano un bellissimo rapporto con la sorella maggiore Stefania. In loro nome vorrei organizzare degli eventi e creare un’associazione".

Ce ne parli.

"Ho tante idee nella testa, il mio obiettivo principale e quello di cercare di fare un po’ di bene ogni giorno per non sprecare il tempo che ci viene donato. Aiutare i giovani a crescere, sensibilizzarli nello stare lontano da certi ambienti. Perché la morte delle mie due figlie non risulti vana e perché non accada mai più".