REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Influenza 2024 in Emilia Romagna, cosa prendere

Crescita ancora lenta, soprattutto per la temibile australiana. Ma circolano tanti altri virus, a cominciare da quello sinciziale. Ecco i dati per la nostra regione

Bologna, 23 dicembre 2024 – La buona notizia è la diffusione dell’influenza propriamente detta non è arrivata ai livelli che si temevano, la cattiva è che sta invece aumentando i malati per causa di sindromi simil-influenzali, ma l’incidenza si attesta ad un livello decisamente inferiore a quello registrato nell’inverno scorso.

Approfondisci:

Influenza 2024 a Bologna: il picco ai primi di gennaio

Influenza 2024 a Bologna: il picco ai primi di gennaio

Le sindromi simil influenzali

L’Emilia Romagna ha superato la soglia del 10 casi per mille assistiti (in larga parte vengono registrati nei bimbi tra gli zero e i 4 anni) e si attesta così in zona gialla, come quasi tutte le altre regioni italiane ad accezione della Campania che è zona arancione. Valle D’Aosta, Bolzano, Trento e Molise restano invece nella zona verde.

Quasi la metà dei virus analizzati sono risultati Rhinovirus (41%), ossia gli agenti eziologici del raffreddore. L’influenza (A e B) arriva appena al 15%. E il covid? Esiste ancora, ed è responsabile dell’11% delle malattie che ci stanno costringendo a letto in questi giorni, ma la sua circolazione risulta in calo, anche a livello europeo. Sono invece in aumento i casi del temibile, almeno per i bimbi piccoli, Virus respiratorio sinciziale che, al momento, in Italia sono l’8% dei casi analizzati.

Approfondisci:

Influenza, vaccinazioni in crescita. Superate quelle dello scorso anno: "Aumentano i bimbi immunizzati"

Influenza, vaccinazioni in crescita. Superate quelle dello scorso anno: "Aumentano i bimbi immunizzati"

I virus influenzali

I laboratori sentinella hanno tracciato vari tipi di virus influenzali. Resta bassa – per ora e per fortuna – la presenza dell’H3N2, una variante del virus dell’influenza A (la cosiddetta australiana) che aveva spaventato gli esperti per la sua capacità di generare sintomi respiratori intensi e, in casi più rari, complicanze a livello neurologico. Proprio per questa evenienza, era stato raccomandato di sottoporsi alla vaccinazione antinfluenzale che, comunque, si può ancora fare. Va tenuto conto che ci vuole una decina di giorni dalla seduta vaccinale per attivare l'immunità contro la malattia, ma – anche se è tardi – è sempre bene immunizzarsi.

Tra i virus tracciati, prevale il ‘vecchio’ A/H1N1, ben noto al sistema immunitario della maggioranza degli italiani (fatta eccezione per i bimbi molto piccoli) e "gira qualche virus B, meno pesante degli A".

Cosa prendere

"Purtroppo ogni giorno veniamo a contatto con pazienti che chiedono al farmacista gli antibiotici con l'errata convinzione che curino l'influenza e le raffreddature – sottolinea Elena Vecchioni, presidente Federfarma Verona –. Non ci stancheremo mai di dire che gli antibiotici oltre a non essere assolutamente efficaci in questi casi, ma solo nelle complicanze, devono essere esclusivamente prescritti dal medico".

"Esistono medicinali da banco che possono essere efficaci per sciogliere il muco (mucolitici), calmare la tosse (antitussivi), abbassare la febbre (antipiretici), ma anche in questi casi è sempre indicato il consiglio del medico o del farmacista per valutare eventuali interazioni con altri farmaci", conclude Vecchioni.

Il picco

Come sempre accade, l’influenza arriva al picco dopo le feste: quindi dopo Natale e Capodanno, quando si aumentano i contatti sociali e i viaggi. Visto però l’andamento lento documentato fino ad ora, ci si attende che il picco arrivi a gennaio, alimentato dal ritorno a scuola degli studenti. Ma l'influenza – assicurano gli esperti – colpirà almeno fino a tutto febbraio.