Bologna, 22 marzo 2023 - In caso di infarto, la tempistica è tutto: intervenire velocemente può fare la differenza tra la vita e la morte. Per questo è utilissima un'app - attiva in Emilia Romagna dal 2017 - che serve a segnalare casi sospetti di arresto cardiaco e istruire soccorritori volontari che si trovano nelle vicinanze sulla posizione esatta di paziente e di defibrillatori in zona. La novità è che presto potrà essere utilizzata anche nelle abitazioni private.
Cos'è l'app che segnala gli infarti
L'app Dae RespondEr, sviluppata dal 118 e integrata con le centrali operative della regione, è nata per inviare sulla scena soccorritori volontari, laici e non, in caso di eventi di sospetto arresto cardiaco, equipaggiati di defibrillatore per ridurre al minimo i tempi di intervento, informandoli sul luogo dell'evento, la posizione del RespondEr, quella di tutti i defibrillatori semiautomatici disponibili nelle vicinanze, nonché gli eventuali orari di apertura dei locali in cui sono custoditi i Dae, come ad esempio le scuole.
I due bolognesi premiati oggi
Oggi conta circa 15.000 iscritti in tutta l'Emilia-Romagna e sta funzionando: solo questa mattina due cittadini bolognesi sono stati encomiati pubblicamente per aver salvato un uomo colpito da arresto cardiaco in strada, anche con l'ausilio dell'app: dopo un primo massaggio del primo e la chiamata al 118, infatti, al secondo, tassista dotato di defibrillatore sul proprio mezzo, è arrivata la notifica dell'app che lo ha guidato sul luogo ed erogare così la prima scarica prima dell'arrivo dei soccorsi. Un risultato non casuale in Emilia-Romagna che ha fatto da apripista alla legge 116 del 2021 per consentire a tutti i cittadini l'utilizzo del defibrillatore semiautomatico o automatico nei casi di arresto cardiaco.
Donini: "La regione cardio-protetta"
Non solo Bologna dunque, ma "tutta l'Emilia Romagna è cardio-protetta - sottolinea Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità - abbiamo 7.000 defibrillatori, collocati nelle strade, nelle piazze, negli impianti sportivi. Il nostro obiettivo è arrivare almeno a 10.000, ma pensiamo che la nuova frontiera sia proprio nell'ambito dei mezzi in movimento come questa esperienza sta a dimostrare". Non solo, "anche nei condomini e nelle abitazioni, perché la maggior parte degli arresti cardiaci avviene proprio fra le mura domestiche". Per questo si sta pensando di estendere il sistema anche alle abitazioni private oltre ai luoghi pubblici.