REDAZIONE EMILIA ROMAGNA

Grandine oggi Emilia Romagna: forti temporali a Ferrara e nel Bolognese

Palle ghiacciate cadute anche intorno a Modena e Parma. L’allarme di Coldiretti per le coltivazioni, già messe a dura prova dal gelo e dalla siccità

Grandinate di fine aprile: i chicchi ghiacciati sono caduti nel Ferrarese, nel Bolognese e nel Modenese

Grandinate di fine aprile: i chicchi ghiacciati sono caduti nel Ferrarese, nel Bolognese e nel Modenese

Bologna, 14 aprile 2023 – L'allerta meteo gialla in Emilia Romagna si è tradotta, nel pomeriggio di oggi, in potenti grandinate a Ferrara e nel Bolognese.

Sui social si rincorrono immagini del selciato di Ferrara ‘imbiancato’ dai chicchi ghiacciati. Nel tardo pomeriggio, poi, il fronte temporalesco si è spostato verso est e di conseguenza le grandinate si sono abbattute anche su Modena.

Nei dintorni di Parma, invece, la grandinata pomeridiana (ce n’era stata una anche stamattina) ha causato rallentamenti e disagi al traffico in A1 nel tratto Fiorenzuola-Fidenza. Un anticipo della perturbazione si era avuto già il giorno di Pasqua, quando la grandine aveva fatto la sua apparizione a Ravenna.

I forti temporali con precipitazioni violente e soprattutto la grandine rischiano di provocare danni alle coltivazioni e ai frutteti, come segnala Coldiretti, ma anche frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.

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L’allarme di Coldiretti

Coldiretti commenta positivamente l’arrivo della nuova perturbazione: le precipitazioni sono importanti per salvare le semine primaverili di mais, girasole, soia e riso ma anche le coltivazioni in campo di circa 300mila aziende agricole messe a rischio dopo un lungo periodo di siccità.

Un colpo di coda dell’inverno che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,21 gradi la media storica ma l’anomalia è addirittura di 1,38 gradi in più al nord sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800.

In difficoltà – precisa la Coldiretti – sono anche le colture autunnali come il frumento, l’orzo, l’erba medica e le altre foraggere che soffrono la prolungata siccità. Gli effetti della siccità sono evidenti nei grandi laghi del Nord – continua la Coldiretti – con il livello del Garda crollato a 46 centimetri sfiorando il minimo storico del periodo registrato 70 anni fa, con un riempimento poco oltre il 36%, mentre il Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo al 26% e il Maggiore resiste al 45%.

Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni. Se pioggia e neve sono dunque attese per ripristinare le scorte idriche in laghi, fiumi, terreni e montagne, i forti temporali con precipitazioni violente soprattutto se accompagnati da grandine – aggiunge la Coldiretti – rischiano di provocare danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti ma anche frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.

I danni alle gemme

Un rischio per la produzione agricola nazionale dopo che il brusco abbassamento delle temperature notturne con gelate tardive dei giorni scorsi al centro nord ha colpito duramente le coltivazioni con danni a macchia di leopardo fino al 70% a gemme e piccoli frutti sugli alberi di susine, ciliegie, albicocche, pesche ma anche su meli, peri, kiwi e vigneti già in fase avanzata di vegetazione. raccolti – spiega Coldiretti – sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici che nell’ultimo anno hanno causato danni per oltre 6 miliardi all’agricoltura italiana. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”,