Bologna, 5 ottobre 2021 - Il conto alla rovescia è già partito: sarà presentata l’11 ottobre, naturalmente a Napoli, la nona edizione della guida più attesa - e temuta - dai pizzaioli italiani. ‘Pizzerie d’Italia’, la celebre pubblicazione del Gambero rosso, premia infatti con gli ‘spicchi’ (da un minimo di uno a un massimo di tre) le eccellenze del settore regione per regione, da un capo all’altro del Paese. Nel dare appuntamento all’evento dell’11 (nuovamente in presenza, dopo lo stop dovuto alla pandemia), il famoso magazine ha voluto stuzzicare l’appetito dei fan svelando già i vincitori dei ‘tre spicchi’ in Emilia-Romagna.
Saranno soltanto due nomi a portare a casa il massimo riconoscimento per la nostra regione: si tratta della pizzeria Berberè a Castel Maggiore (in provincia di Bologna) e di Piccola Piedigrotta a Reggio Emilia. La prima, aperta nel 2010 da due studenti fuorisede di origine calabrese, Matteo e Salvatore Aloe, conta oggi 12 locali in tutta Italia (più uno a Londra) e dà lavoro ad almeno 150 persone. Tra menu stagionali e ingredienti rigorosamente selezionati, il segreto del successo di Berberè è aver riportato la pizza ai sapori di una volta, semplici e senza fronzoli.
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La reggiana Piccola Piedigrotta, capitanata dal pizzaiolo Giovanni Mandara, è definita da più parti un angolo di Campania nel cuore dell’Emilia: il merito di Mandara sta principalmente nell’aver saputo coniugare la tradizione culinaria campana – da cui proviene – con le prelibatezze della Food valley emiliana, sua terra d’adozione.
Per gli altri verdetti – due spicchi e premi speciali – occorrerà attendere lunedì prossimo: il Gambero rosso anticipa però che Pizzerie d’Italia 2022 sarà un’edizione ricca di novità. Se non mancano le dolenti note (tanti, purtroppo, gli esercizi costretti alla chiusura), il settore ha dato comunque prova di grande vitalità: sono 70, infatti, le ‘new entry’ della guida. Molti pizzaioli hanno sfruttato il periodo di lockdown per studiare, migliorare e diversificare gli impasti: ormai il mix di generi nel menu è quasi la normalità; basti pensare alla pizza in teglia, a quella al padellino, al vapore o alla pala.
Si sono moltiplicati gli orti di proprietà per garantire una pizza sempre più agricola e sostenibile (come avviene per il pane). È cresciuta l’attenzione alle intolleranze: la pizza senza glutine non è più un prodotto di serie B. Aumenta l’offerta del bere, parallelamente all’esplosione del binomio pizza&cocktail e alla diffusione dei sommelier anche in pizzeria. Senza contare l’attenzione al fine pasto: non solo pizze, dunque, ma inaspettate carte dei dolci, firmate dai maestri dell’arte pasticcera. Sforzi che saranno premiati con riconoscimenti ad hoc, tutti da scoprire.