Bologna, 21 dicembre 2024 – Si riduce da tre a un mese la durata del piano terapeutico per PrEp il farmaco di prevenzione nei confronti dell’Hiv. Già utilizzato come cura nei pazienti affetti dal virus dell’immunodeficienza, la PrEp, acronimo di profilassi pre-esposizione, viene da qualche anno impiegato anche da chi è negativo all’Hiv e sceglie di avere rapporti sessuali senza preservativo, per evitare l’infezione.
L’improvvisa riduzione della sua disponibilità, verificatasi a partire dai giorni scorsi, ha subito messo sul chi va là la comunità Lgtb che paventa dietro a questa carenza nella distribuzione del farmaco un attacco da parte del Governo al diritto alla sessualità.
“Questa riduzione rischia di mettere in profonda difficoltà molte persone e di indebolire la prevenzione contro la diffusione dell’Hiv – sostiene Marco Tonti, coordinatore di Arcigay Emilia-Romagna e presidente del circolo di Rimini Alan Turing – . Ricordiamo che il primo dicembre è stata la giornata mondiale contro l’Hiv e l’Aids che ha registrato anche quest’anno, seppur in calo, nuovi contagi. L’Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco – prosegue – riferisce che la scarsità è nazionale e che dipende dalle case produttrici. Temiamo però che dietro a questo ci sia una svolta moralista e politicizzata da parte del Governo”.
Così come avvenuto per altri farmaci nei mesi passati, anche per il PrEp composto da due antivirali, l’emtricibitina e il tenofovir Df, secondo il dirigente del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, l’attuale carenza sarebbe da imputare a difficoltà degli stabilimenti di produzione. “Ci troviamo di fronte ad una carenza di carattere nazionale – sostiene Leonardo Calza – Da quanto è stato riferito ai nostri farmacisti la riduzione della disponibilità del farmaco dovrebbe essere risolta a gennaio. In questo periodo stiamo garantendo comunque a tutti l’accesso alla cura, riducendo la durata del piano terapeutico da tre mesi ad uno’. Attualmente al Sant’Orsola sono circa 400 le persone che utilizzano il PrEp e vengono seguite dal reparto con analisi e controlli trimestrali che vista la riduzione dei piani avranno ora una scadenza mensile.
“Il farmaco si è dimostrato in questi anni uno strumento efficace nella prevenzione dell’Hiv – prosegue Calza - . I dati sui contagi mostrano un netto miglioramento rispetto a una decina di anni fa, quando si assestavano intorno ai 4mila l’anno a livello nazionale. Con il Covid abbiamo avuto una riduzione con mille casi l’anno, da un paio d’anni si assestano intorno ai 2mila”.
Se il preservativo continua ad essere comunque considerato come il metodo di prevenzione più efficace rispetto alla prevenzione nei confronti delle malattie sessualmente trasmesse, non si può non registrare che l’uso della PrEp viene ormai visto sempre di più non solo come un modo per rendere la vita sessuale più libera, ma anche come uno strumento per controllare anche la diffusione delle altre patologie, reso tra l’altro mutuabile nel maggio 2023. “Attraverso le analisi che vengono fatte periodicamente possiamo verificare lo stato di salute rispetto anche ad altre patologie – sostiene Calza – in un contesto in cui l’Aids non è più l’emergenza sanitaria di qualche tempo fa”.