Bologna, 28 agosto 2023 – I nuovi casi di ‘Dengue' riscontrati a Bologna (tre nell’ultima settimana) e Piacenza fanno preoccupare e l'allarme nei confronti del virus cresce.
La malattia trasmessa dalle zanzare, secondo i dati forniti dalla Regione, ha già segnato “18 casi da inizio anno”, di cui ben “10 da maggio in poi”, periodo in cui gli insetti diventano attivi.
Si tratta, in ogni caso, di persone di ritorno da viaggi all’estero dove sono state infettate dal virus - come il caso del giovane di Bologna di ritorno da Panama -, quindi non si sono verificati "casi autoctoni, né focolai di alcun tipo".
A Castiglione d’Adda, tuttavia, si è già verificato un altro caso, mentre a Lodi una bambina di 3 anni è ricoverata in ospedale nel reparto di pediatria. E’ chiaro come la preoccupazione tra i cittadini a questo punto cresca.
Cos’è il virus Dengue
Ma cos’è il virus Dengue? Come riporta il sito dell’Ausl di Bologna, “la Dengue è causata da virus appartenenti al genere dei flavivirus. Il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus (zanzara tigre)”. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l'uomo è il principale ospite del virus.
“E’ particolarmente diffusa durante e dopo la stagione delle piogge - si legge ancora sul sito dell’Ausl - nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico”.
"In Italia fino al 2020 non si erano mai verificati casi di trasmissione di questa malattia, che è stata però talvolta diagnosticata in persone di ritorno da zone endemiche o in cui sono in corso epidemie - prosegue il sito dell'Ausl -. Nell'estate 2020 invece, in piena emergenza Covid-19, il Veneto si è trovato ad affrontare un cluster autoctono di Dengue verificatosi nel territorio vicentino. In totale i casi autoctoni riportati sono stati 11". Durante il 2021 il sistema di sorveglianza ha segnalato 11 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, con un'età mediana di 34 anni, 90% di sesso maschile e nessun decesso).
"Nel territorio dell'Azienda USL di Bologna - conclude il sito -, nel periodo compreso tra 2008 e 2021, sono stati notificati 66 casi di Dengue, tutti importati, con un picco di 13 nel 2013".
Dengue, quali sono i sintomi
E’ chiamata anche 'febbre spaccaossa’ per i sintomi con cui si manifesta. Il ministero della Salute evidenzia come "colpisca neonati, bambini e adulti, con sintomi che compaiono 3-14 giorni dopo la puntura infettante”. Si dovrebbe sospettare quando una febbre elevata (40°) è accompagnata da due dei seguenti sintomi: forte mal di testa; dolore dietro gli occhi; nausea, vomito; ghiandole gonfie; dolori muscolari e articolari ed eruzione cutanea. I sintomi solitamente durano per 2-7 giorni.
La forma grave è una complicanza potenzialmente mortale che insorge a causa di perdita del plasma, accumulo di liquidi, problemi respiratori, emorragie gravi o compromissione d’organi, e colpisce soprattutto i bambini.
Dengue, cosa fare in caso di sintomi
Sul sito dell’Ausl si legge anche come “in caso di febbre o altri sintomi sospetti nei giorni successivi al rientro in Italia da Paesi dove la Dengue è presente, occorre informare il proprio medico di medicina generale e recarsi a un pronto soccorso per effettuare gli esami necessari per la diagnosi”. In caso di conferma della malattia è necessario evitare di essere punti da zanzare per limitare il rischio di trasmettere la malattia ad altre persone.
Virus Dengue, Tagliaferri (FdI): "Servono regole più precise per i Comuni"
Il protocollo prevede comunque la disinfestazione straordinaria, come accaduto nei Comuni dove è comparso il virus. Il consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia), però, non è soddisfatto e incalza la Regione: “I casi destano preoccupazione: occorrono indicazioni precise per i Comuni e un piano regionale contro la patologia” sottolinea in un’interrogazione alla Giunta, che chiede anche "se sia in corso una costante attività di monitoraggio circa la diffusione della malattia e se esistano indicazioni sulla sua gestione, eventualmente anche prevedendo modifiche o integrazioni al Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi 2023".
Tagliaferri chiede inoltre di sapere come l'amministrazione regionale "intenda affrontare il sempre maggiore numero di infezioni” del virus.