FRANCESCO MORONI
Cronaca

Covid oggi Emilia Romagna, crescono i contagi: cosa fare, le regole in vigore per chi è positivo al virus

Sono più di 1500 i casi attivi in regione, con un aumento del 38%, ma nessuna pressione sulle strutture ospedaliere. E da inizio mese non c'è più obbligo di isolamento in caso di positività o di contatto con chi ha l'infezione

Bologna, 29 agosto 2023 - Aumentano i contagi da Covid-19 e l’attenzione sul virus torna alta. L’ultimo report settimanale della Regione Emilia Romagna - da venerdì 18 a giovedì 24 agosto - ha infatti evidenziato un aumento di 443 casi attivi (38,5%) per un totale di 1.593 contagi nel territorio regionale.  

Un operatore sanitario controlla un tampone rapido per il Covid
Un operatore sanitario controlla un tampone rapido per il Covid

Numeri, però, che non preoccupano ancora le istituzioni e le strutture sanitarie. Secondo le ultime disposizioni ministeriali il Coronavirus, oggi, è considerato praticamente al pari di un’influenza e anche la pressione verso gli ospedali emiliano-romagnoli rimane contenuta: sono 193 nel complesso i ricoverati a causa del Covid (+68).

Covid-19, le regole in vigore oggi

Niente più isolamento

Ma come ci si deve comportare oggi se si è positivo a un test per il virus? L’ultima circolare del ministero - pubblicata a inizio agosto - ha specificato come “le persone risultate positive a un test diagnostico molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 non sono più sottoposte alla misura dell’isolamento”. Restano tuttavia in vigore le principali precauzioni al riguardo, valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie, come: – indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (mascherina chirurgica o FFP2), se si entra in contatto con altre persone

- se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi

- applicare una corretta igiene delle mani

evitare ambienti affollati

- evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o RSA (questa raccomandazione assume particolare rilievo per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio)

informare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti alla diagnosi, se anziane, fragili o immunodepresse

contattare il proprio medico curante se si è persona fragile o immunodepressa, se i sintomi non si risolvono dopo 3 giorni o se le condizioni cliniche peggiorano.

Niente autosorveglianza

Cade anche il regime di autosorveglianza per i contatti stretti con soggetti confermati positivi. Anche in questo caso, tuttavia, “si raccomanda attenzione all’eventuale comparsa di sintomi suggestivi di Covid-19 (febbre, tosse, mal di gola, stanchezza) nei giorni immediatamente successivi al contatto. Nel corso di questi giorni è opportuno che la persona eviti il contatto con persone fragili, immunodepressi, donne in gravidanza. Se durante questo periodo si manifestano sintomi è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico, anche autosomministrato, o molecolare”.

Covid-19, le norme per l’accesso agli ospedali

Il sito della Regione Emilia-Romagna spiega come ci si deve comportare oggi in caso di accesso alle strutture ospedaliere: “L’accesso alle strutture sanitarie è libero, nel rispetto delle modalità organizzative e degli orari di visita previste da ciascuna struttura anche in base alla patologia. Non è più richiesta la certificazione verde (Green pass, ndr)”. "I tamponi - prosegue la Regione - sono obbligatori per i pazienti che accedono al pronto soccorso o al ricovero ospedaliero già con sintomi, o che li sviluppino durante la degenza.

Dal 1° maggio 2023 e fino al 31 dicembre 2023, c'è l'obbligo di indossare la mascherina per operatori, visitatori e utenti all’interno dei reparti di degenza delle strutture sanitarie, negli ambulatori e nei centri specialistici a cui afferiscono pazienti fragili o immunodepressi, nelle sale d’attesa delle strutture sanitarie per i soggetti con sintomatologia respiratoria, nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali (strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistenziali, hospice, strutture riabilitative, strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti)”.